Dalla Consulta una scossa al sistema contributivo

Pensioni e previdenza
August 18, 2025
Importanti leggi e regolamenti sono stati varati proprio nei giorni delle vacanze. Fulgido esempio è la riforma pensionistica Dini del 1995 che porta la data del giorno 8 di agosto. Non è quindi da sottovalutare la sentenza della Corte Costituzionale n. 94 – emessa il 3 luglio – che solo in apparenza rientra fra le tante pronunce della Corte. Di questa sentenza se ne parlerà, perché ha messo in discussione l’intangibilità del calcolo contributivo delle pensioni, messo a pilastro del sistema previdenziale (e a difesa dei bilanci dell’Inps) proprio dalla riforma Dini. Bisogna ricordare che la formula di una pensione “contributiva” si traduce in poche parole: ognuno riceve in forma di pensione i contributi che ha versato durante la vita lavorativa, non un euro di più o di meno. Un criterio intoccabile, che dà a ciascuno il suo, senza privilegi. E di conseguenza il contributivo non prevede un importo minimo di pensione, oppure una “integrazione al trattamento minimo” (quella che l’Inps aggiunge agli assegni più bassi). Il sistema contributivo presume però che i cittadini abbiano rapporti di lavoro consolidati, che garantisco-no versamenti continuativi di contributi e quindi una giusta pensione. La realtà dei mutamenti sociali e l’evoluzione dei mercati ha mostrato invece il contrario: bassi redditi da lavoro, lavori di breve durata, inter-ruzioni fra i versamenti, che portano a pensioni contributive di basso livello, quasi simboliche. Con la nuova sentenza la Consulta ha dichiarato che il contributivo non rispetta la Costituzione proprio perché non è previsto un importo minimo anche per le pensioni liquidate con tale sistema. Il caso specifico, al centro della sentenza, riguarda un assegno ordinario di invalidità liquidato col contributivo e quindi senza diritto a un minimo di legge (oggi 603,40 euro mensili). Nel giudizio della Corte, una persona invalida e che ha perso o ha ridotta capacità lavorativa, non è più in grado di accumulare altri contributi per una migliore pensione. Quindi anche alle pensioni contributive deve essere garantito in ogni caso un importo minimo. Per analogia, il cardine di questa sentenza apre il campo a situazioni simili a quella di invalidità, che impediscono di aggiungere altri versamenti, come la disoccupazione, la cassa integrazione, il part time, perfino le collaborazioni.

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