Vino, l'emisfero Sud raddoppia
sabato 14 giugno 2008
Grandi e piccoli produttori vitivinicoli italiani ed europei, attenzione: potreste essere presto battuti sui mercati internazionali dai vostri colleghi dell'emisfero sud del mondo. Gente scaltra, abile, capace di aumentare nel giro di pochi anni la produzione con tassi di crescita a due cifre. Viticoltori che hanno tratto dal sapere del Vecchio Continente tutto quanto poteva essere loro utile, e l'hanno potenziato in climi adatti e terre meno sfruttate. Il risultato? La creazione di una sorta di potente «macchina» vitivinicola, in grado di produrre vini capaci di dare del filo da torcere alle più belle etichette in giro per i mercati internazionali. È un altro aspetto della produzione agricola che vale la pena di capire bene, visto che potrebbe condizionare fortemente anche il futuro delle vigne del nostro Paese.
Secondo gli ultimi dati rilevati dall'Oiv (l'Organizzazione internazionale della vite e del vino), quest'anno la produzione di vino dell'emisfero sud dovrebbe arrivare a circa 51,4 milioni di ettolitri (+ 5% rispetto al 2007). In sei anni il vigneto di questa parte del globo è cresciuto del 16% ed è riuscito a far passare la quota dell'export sul totale degli scambi mondiali dal 15 al 24%. Si tratta di oltre 21,6 milioni di ettolitri destinati al Regno Unito e alla Germania, ma soprattutto agli Usa, al Canada, alla Russia e alla Cina. Tutti mercati che da tempo erano appannaggio proprio delle aziende viticole italiane, oltre che di quelle di altri Paesi come la Francia. A giocare il ruolo di protagonisti in questa partita, sono Paesi come l'Argentina (che detiene il 26% della superficie totale), seguita dal Cile con il 22% e dall'Australia il 19%. Gli osservatori, tuttavia, tengono sott'occhio anche il Brasile che nel giro di sei anni ha aumentato gli ettari coltivati a vite del 46%, mentre il vigneto neozelandese è praticamente raddoppiato. Al di là di tutto, quello che deve preoccupare davvero i nostri produttori è, come ha fatto notare l'Unione italiana vini, l'andamento delle esportazioni. In sette anni le vendite dell'Australia sono cresciute del 109%, quelle del Cile del 97%, quelle della Nuova Zelanda del 337% e dell'Argentina del 308%. Tutto merito della migliore capacità di vendita, dei prezzi concorrenziali, del più favorevole rapporto costi-benefici. Certo, nei confronti del consumo finale hanno probabilmente giocato anche fattori come la novità, l'etichetta, l'origine inconsueta. Ed è anche ovvio che si potrebbe mettere in dubbio la qualità di molte bottiglie che girano per i mercati. Rimane però il dato di fondo: la competitività manifestata da questi "nuovi" viticoltori è maggiore di quella dei produttori europei. È una situazione delicata quella che vive il settore. Un periodo diventato
ancora più complicato dopo le ultime vicende che hanno coinvolto alcuni dei più bei nomi della viticoltura dello Stivale. Anche dalla corretta risoluzione di questi "casi", passeranno le possibilità di riscossa della viticoltura italiana ed europea.
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