Vescovo-parroco e parroco-vescovo: Fiandino e Cipolla non sono alieni
mercoledì 22 luglio 2015
Presentando un recente libro-intervista di Giovanni Panettiere a monsignor Bregantini (Gabrielli editori), ho osservato che talora l'opinione pubblica, soprattutto laica, guarda a papa Bergoglio come a una specie di "alieno" entrato non si sa come nei ranghi dell'episcopato e poi nel Collegio cardinalizio, e non come a un "tipo" di pastore che nella Chiesa non è difficile incontrare, e senza bisogno di andare alla «fine del mondo». Trovo l'ennesima conferma di questa affermazione in due recenti post che riprendo e lego insieme non solo perché entrambi parlano di vescovi e di parroci, ma anche perché entrambi hanno goduto di notevole popolarità sui social network: gli unici, in giorni in cui si è parlato soprattutto di "violenza e religione" e in cui del Papa si è riferito solo l'Angelus.La storia di monsignor Fiandino l'ha ben raccontata Marina Corradi qui su "Avvenire" (http://tinyurl.com/pudaug5). Vescovo ausiliare di Torino dal 2002, parroco prima e a lungo, lo è diventato anche dopo, dal 2009, così da far fronte alle necessità pastorali e insieme al bisogno di mantenere il contatto con la gente. Quella di monsignor Cipolla l'ha firmata Andrea Tornielli su "Vatican Insider" (http://tinyurl.com/qcfr4wd). È il nuovo vescovo di Padova, e si caratterizza per la sua esperienza di parroco e di direttore della Caritas a Mantova: malgrado le dimensioni e l'importanza della diocesi, fa notizia la scelta del Papa di operare una nomina ex novo e non un trasferimento da una diocesi minore.Ecco probabilmente spiegata la passione con cui la Rete ha accolto il vescovo-parroco di Torino e il parroco-vescovo di Padova. Dalla sensibilità per i poveri e l'umiltà al bisogno di contatto diretto con le proprie pecore, in questi due pastori le cronache hanno evidenziato tratti che rimandano al modello impersonato da papa Francesco e da lui così fedelmente declinato sia stando a Roma, sia andando in visita al mondo. Un modello che evidentemente il popolo di Dio è lieto di ritrovare a livello locale, in carne e ossa.
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