Una teologa russa sui social: non giustificare l'aggressione
mercoledì 23 marzo 2022
La dichiarazione "Sulla dottrina del Russkii mir (mondo russo)", presentata qui su "Avvenire" da Mimmo Muolo il 14 marzo ( bit.ly/3L8bTiy ) e nella quale teologi ortodossi condannano il «fondamentalismo etnico-religioso di carattere totalitario» che alimenta «il sostegno di molti esponenti del Patriarcato di Mosca alla guerra del presidente Putin contro l'Ucraina», ha ormai superato i mille firmatari. Tra i primi ad averla sottoscritta figura anche una religiosa russa naturalizzata statunitense, suor Vassa Larin. Cinquantenne, figlia di un pope ortodosso emigrato in America, fa parte della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (Rocor), dal 2008 riunificata con il Patriarcato di Mosca. È teologa e liturgista; ha studiato in Europa e vive a Vienna. Ha una significativa presenza nell'ambiente digitale: con il sito "Coffee with Sr. Vassa", che ha finalità di catechesi e di formazione religiosa, propone e commercializza podcast quotidiani (sulle vite dei santi e sulla Scrittura), corsi, video sulla teologia e la tradizione ortodossa e molto altro. Si sta spendendo attraverso i social per esercitare la responsabilità, che incombe sulle Chiese, di non giustificare l'aggressione russa all'Ucraina. Sul canale YouTube (15mila iscritti) lo fa in un lungo video ( bit.ly/3JzOyph ) intitolato "La Rocor e la guerra in Ucraina", che assomma (in russo e in inglese) 25mila visualizzazioni. Sul più piccolo profilo Facebook l'ultimo post ( bit.ly/3Ngk66a ) cerca di decodificare l'inquietante simbolo dipinto sui carri armati russi; altri presentano le necessità dei profughi ucraini a Vienna. C'è pure un'intervista data a Cindy Wooden del "Catholic News Service" ( bit.ly/3JxdUV5 ). Qui di nuovo denuncia la guerra come «malvagia» e l'approccio del patriarca Kirill come una «cosa orribile»; interpellata anche sull'imminente consacrazione della Russia e dell'Ucraina da parte di papa Francesco e dei vescovi cattolici spiega perché, «come cristiana ortodossa», tale gesto le suscita «qualche domanda».
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