Una calciatrice e la sua vocazione: c'è materia per il prossimo Sinodo
domenica 25 giugno 2017

La lunga lettera di Elisa Mele, pubblicata il 23 giugno sul sito del Brescia Calcio Femminile, è diventata una notizia di Avvenire e di un'altra dozzina di testate, perlopiù sportive.

Una ragazza che voleva fare la calciatrice e c'è riuscita in fretta, giungendo allo scudetto e alla nazionale, ma altrettanto in fretta (non ha ancora compiuto 21 anni) ha deciso di cambiare progetto di vita: subito un mese in missione in Mozambico, poi «un percorso di studi», non meglio descritto, ma dalle tempistiche «non più compatibili con partite e allenamenti».

La lettera non contiene alcuna traccia esplicita della possibilità che una svolta così precisa sia orientata verso una speciale sequela cristiana. Ci sono però espressioni che, ruotando intorno al desiderio di donare la propria vita per gli altri, giustificano le allusioni implicite negli articoli, che pongono l'accento sulla «missione in Africa» e ricordano che anche il talento calcistico della ragazza era nato in oratorio.

Dal profilo Facebook di Elisa Mele il sito "Lettera Donna" pesca anche una sua foto con una suora, Alessandra Falco. Mi sono affacciato pure io su quel profilo: per quanto è dato di leggere ai non-amici, l'imminente decisione trapela appena dal testo che accompagna il penultimo post, datato 14 giugno: «Io sono quello che sono, non quello che la gente vuole che sia».

Ma il resto che vi si può trovare dà motivo tanto di non sorprendersi della scelta fatta, quanto di collocarla in un contesto di fede, e immagino che le conferme pubbliche non tarderanno. In ogni caso, che trovi sbocco nella vita consacrata o che sia semplicemente una tappa verso la maturazione di altri percorsi, la decisione di Elisa Mele di lasciare il calcio a 21 anni è certamente frutto di un serio discernimento.

Per questo penso che la sua lettera potrebbe anche stare sul sito che la Santa Sede ha aperto in vista del prossimo Sinodo sui giovani. È l'autoritratto di una giovanissima donna davanti alla propria vocazione.

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