Un periodico come una nonna e un giornalista come un nipote
mercoledì 25 maggio 2022
Incontrando “Famiglia Cristiana” (lettori, redazione, editore...) sabato 21 maggio, in Aula Paolo VI, papa Francesco ha esordito con una battuta nel suo stile: poiché l'occasione dell'udienza era data dai 90 anni del settimanale, ne ha parlato come di «una brava nonna, che ne ha viste tante e ha acquistato saggezza» ( bit.ly/3Gigpd4 ). La metafora mi ha colpito: non è frequente vedere un giornale accostato a una persona anziana, e per qualche testata affetta da giovanilismo potrebbe persino non essere gradito. Ma nel contesto in cui Francesco l'ha collocata, l'immagine si carica di valori positivi, specie se il giornale in questione ha la “famiglia” nel proprio codice genetico: esperienza, maturità di giudizio, resilienza; e potremmo aggiungere: saldezza di princìpi, capacità di ascolto, dialogo intergenerazionale. Mi piace mettere in parallelo queste parole del Papa con quelle che un giornalista “vaticanista” non ancora quarantenne, Andrea Gagliarducci, ha rivolto sul suo blog “Vatican Reporting” ( bit.ly/3adsvId ) alla memoria di don Gino Belleri, morto a 93 anni il 16 maggio scorso, che aveva fatto della sua Libreria Leoniana una «sala stampa parallela» a quella ufficiale della Santa Sede, meta fissa di qualificati vaticanisti (oltre che di alti prelati). «Don Gino era diventato ormai una persona parte di una galassia di amici, un amico, con cui alla fine amavo chiacchierare non più per l'aiuto professionale, ma per il tratto umano, per le storie, per le memorie», scrive Gagliarducci affidando al blog, con qualche nostalgia, i suoi ricordi personali, dopo aver pubblicato su “ACI Stampa” un ritratto più istituzionale. La relazione tra il giovane informatore religioso e l'anziano libraio vaticano che ne risulta somiglia davvero a quella di un nipote che volentieri visita il nonno, sicuro dell'arricchimento che ciascuna visita gli porterà.
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