Un futuro per i collaboratori
martedì 17 maggio 2011
Il mercato del lavoro registra un progressivo aumento delle occupazioni precarie e temporanee, specchio di più ampi mutamenti sociali. Il fenomeno è solo in parte causato dalla caduta dell'economia degli ultimi anni. È presente invece da tempo, tanto che ancora prima della riforma Dini " con la quale è stata istituita l'assicurazione per i collaboratori coordinati e continuativi " si era posto il problema di garantire una pensione a questa numerosa categoria di lavoratori che ne era ancora sprovvista. Diverse le proposte di legge dell'epoca, che partivano da un contributo fisso (10, 15, 16 %...) sul compenso da collaborazione coordinata e continuativa, ma via via abortite anche per l'opposizione di parte degli interessati.
Dalla manovra pensionistica del 1995 in poi, la Gestione separata dell'Inps ha assunto col tempo una imprevista fisionomia " serbatoio di crescenti risorse finanziarie per l'Inps e assicurazione fittizia di veri lavoratori dipendenti " che ha costretto il legislatore a delimitare il campo delle irregolarità mediante due rilevanti correzioni di rotta: la legge Biagi, che ha introdotto la più rigida collaborazione a progetto, e ora il Collegato Lavoro del 2010, che ha configurato come illecito penale anche il mancato versamento dei contributi co.co.pro e co.co.co.
Nuovo reato. Per i committenti dei collaboratori l'Inps procede ora alla contestazione delle violazioni contributive, che devono essere sanate entro tre mesi. Il mancato pagamento (oppure il pagamento effettuato dopo il termine) fa scattare la denuncia di reato all'Autorità giudiziaria, punibile con la reclusione fino a tre anni e multa fino a 1.033 euro. Commette il reato la persona che ha la responsabilità legale del pagamento allo scadere della data stabilita per il versamento.
Rimborso versamenti. A fronte del tintinnio di manette per gli evasori del contributo per collaborazione, non può essere però trascurato lo scarso rendimento sulla pensione di tale contributo. Come soluzione, riemerge in questi giorni il tentativo " questa volta con una proposta di legge da parte dei Radicali " per il rimborso agli interessati dei versamenti alla Gestione separata, considerati «a fondo perduto» essendo data per certa l'esiguità della futura pensione. Una soluzione drastica che contraddice l'opportunità di poter utilizzare gli stessi versamenti con altre misure previdenziali. In più, sconfessa il patto di solidarietà fra le categorie sociali e fra le generazioni contigue, sul quale poggia l'intero impianto pensionistico, espresso nel sistema a ripartizione. È lo stesso patto che dovrebbe invece suggerire misure costruttive per i collaboratori, come la proposta Cazzola di aggiungere contributi figurativi sui periodi vuoti tra una collaborazione e un'altra. Sarebbe coerente con la solidarietà sociale anche l'introduzione nel sistema contributivo di una integrazione al minimo della pensione co.co.co. da graduare sull'età del pensionato e sui redditi posseduti.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI