Una card e un QRcode per sapere che cosa può fare un chierico
mercoledì 17 maggio 2023
Una card, un QR code, uno smartphone: passa per la tecnologia digitale la modernizzazione di un documento ecclesiastico antico, il “celebret”, decisa dalla Conferenza dei vescovi di Francia (CEF) nel 2021 e la cui messa in atto è stata annunciata (bit.ly/3MdqnQ6) lo scorso 10 maggio. Ai media è stato fornito un dossier (bit.ly/4574BpI), al quale hanno attinto, per la rete italofona, “Settimananews” (bit.ly/3Mba4Dk) e il “Sir” (bit.ly/432e4Ni). Con il “celebret” l’autorità competente (vescovi, superiori religiosi) attesta che un chierico è validamente ordinato e può amministrare i sacramenti, come dice l’espressione latina che lo designa. La sua forma cartacea, finora corrente, può variare a seconda dei Paesi; l’utilizzo è legato a pellegrinaggi e raduni nazionali o internazionali, dove un ecclesiastico “fuori sede” debba dimostrare di poter validamente amministrare i sacramenti. Lo strumento ideato dalla Chiesa francese, oltre a riportare i dati essenziali del chierico che ne è detentore, consente di verificare subito, inquadrando il QRcode, la situazione: se sullo smartphone compare il colore verde significa che il chierico è abilitato a svolgere qualsiasi attività liturgica e pastorale; il colore arancione invece segnala la presenza di una qualche restrizione. Senza però specificare quale (per rispetto della riservatezza): solo il possessore del “celebret”, con un PIN personale, potrà accedere alla sua scheda completa e aggiornata in tempo reale ed eventualmente mostrare a quale o quali restrizioni è sottoposto. Il loro elenco, fornito dalla CEF, comprende, oltre alla messa e ai sacramenti (amministrazione e preparazione), anche: predicare in pubblico, avere colloqui pastorali individuali, «partecipare a trasmissioni radiofoniche, televisive e via internet», «sorvegliare da soli gruppi di giovani», «restare soli con un minore anche in uno spazio visibile». Le ultime due restrizioni chiariscono il rapporto di causa-effetto tra questo strumento e la presa di coscienza, nell’episcopato francese, della gravità della crisi generata nella Chiesa dai dati sugli abusi di chierici ai danni di minori. Un segno digitale dei tempi, dunque. Come lo è, meno drammaticamente, anche l’eventuale restrizione relativa alla presenza sui media, Rete compresa. © riproduzione riservata
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