“Ti spazzo in due”, Real Time fa pulizia
domenica 28 febbraio 2021
«Ti spiezzo in due» è la famosa minaccia di Ivan Drago rivolta a Rocky Balboa nel quarto capitolo della saga cinematografica del pugile interpretato da Sylvester Stallone. Ti spazzo in due è invece il curioso e assonante titolo di un programma in onda ormai da tempo su Real Time, canale 31 del digitale terrestre non nuovo a questioni di sporco e di pulito. Scorrendo i titoli dell'emittente ci s'imbatte in Case da incubo e in Sepolti in casa e di contro in Malati di pulito a ruota dei Fenomeni del pulito. Insomma, la tv, se padrona della tecnica, può raccontare di tutto, anche di sporcizia e di pulizia secondo lo schema classico dei reality con voce narrante e interviste. Ti spazzo in due (di cui ieri pomeriggio sono andati in onda in replica due episodi mentre altri sono reperibili on line su Discovery+) mette in scena le Paglionico, cinque donne pugliesi di tre generazioni appartenenti alla stessa famiglia, unite in un'impresa di pulizie a gestione manco a dirlo familiare. In ogni puntata le Paglionico, che si assomigliano tutte per la tinta bionda ma soprattutto per una certa corpulenza, vengono presentate come «le amazzoni del pulito, le Valchirie dell'ammoniaca, le dominatrici dello spazzolone, donne d'acciaio, arrivate dal Sud, con una missione: liberare le nostre vite dallo sporco con un'arma segreta, l'olio di gomito». Ogni volta vengono contattate dal proprietario di una villa o di un appartamento che non ha solo il problema di far pulire l'abitazione, ma anche di risolvere in qualche modo il proprio caso umano, di mettere a lucido la propria esistenza. Dopo l'immancabile sopralluogo, le telecamere seguono le eroine del pulito al lavoro. Il lieto fine è garantito, compreso qualche consiglio di vita al padrone di casa oltre il wc net. Ma quello che conta è la particolarità di queste donne, il loro essere all'apparenza così antitelevisive per poi dimostrarsi capaci di tenere la scena fino a diventare in qualche modo un fenomeno televisivo, confermando appunto che la tv, quando c'è la tecnica, può raccontare di tutto.
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