“The first”, serie da febbre spaziale
giovedì 20 dicembre 2018
Lo spazio torna protagonista. Almeno al cinema e in tv. Dopo First man, dedicato al primo uomo sulla luna e presentato in apertura della Mostra del cinema a Venezia, è da ieri disponibile sulla piattaforma on demand Timvision (preceduta da un'anteprima martedì 18 in trenta sale cinematografiche in Italia) la serie in otto episodi The first, incentrata sulla prima missione dell'uomo su Marte. Nei panni cinematografici di Neil Armstrong un attore in grande spolvero come Ryan Gosling. Nella tuta fantascientifica televisiva del capitano Tom Hagerty un altro personaggio hollywoodiano come Sean Penn. Simile anche la scelta di intrecciare l'avventura pionieristica con la vita privata: un viaggio nel cosmo, ma anche dentro se stessi e nel rapporto con i propri familiari. Ma il popolare Sean Penn, per la prima volta protagonista di una serie tv, non è il solo alle prese con il Pianeta rosso. In questa riscoperta dello spazio va ricordato che su National Geographic è ancora in onda la serie Marte prodotta da Ron Howard e Brian Grazer. Ma anche che l'ammartaggio della sonda “InSight” fu seguito in diretta su Focus. Tornando a The first aggiungiamo che la serie, creata dallo showrunner di House of cards Beau Willimon, è ambientata negli Stati Uniti nel 2031 e che la missione su Marte è preceduta da un tentativo fallito in partenza con la morte di cinque astronauti. Causa una banale medaglietta portafortuna. Da lì il resto del racconto che da spettacolare si trasforma in intimistico. Hagerty ha perso la giovane moglie e si trova alle prese con una figlia sbandata e un rapporto genitoriale da ricostruire. Non manca la retorica del sogno americano. «Vostro figlio – spiega il capitano ai genitori di uno degli astronauti morti – ha cavalcato un raggio di sole e voi due gli avete dato una vita che gli ha permesso di vivere quel sogno». Per il resto tensione palpabile e facce cupe in un futuro prossimo di comandi vocali e riconoscimenti palmari. Sean Penn, un po' invecchiato ma in grande forma fisica, se la cava da par suo. Forse siamo di fronte a una fiction più cinematografica che televisiva, se avesse ancora un senso distinguere ciò che ormai è promiscuo grazie proprio a produzioni come questa con investimenti milionari.
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