Sui social quell'unica storia che parla di dolore e felicità
venerdì 9 aprile 2021
Il sito di "Avvenire" ( bit.ly/39SwJlN ) ha aperto il resoconto della splendida catechesi tenuta da papa Francesco all'Udienza generale con il passaggio che evocava la comunicazione online: «Le preghiere – quelle buone – sono "diffusive", come ogni bene, si propagano in continuazione, con o senza messaggi sui social, dalle corsie di ospedale, dai momenti di ritrovo festoso come da quelli in cui si soffre in silenzio...». È buona abitudine annotarsi le frasi nelle quali il Papa fa riferimento alla Rete: oltre a confermarci che il suo magistero sa calarsi nella contemporaneità, servono a misurare meglio il modo in cui ciascuno di noi frequenta o semplicemente guarda l'ambiente digitale. Qui Francesco si limita a usare un'immagine divenuta familiare, quella della viralità dei contenuti che circolano attraverso i social network, per iniziare a focalizzare nientemeno che un articolo del Credo: la comunione dei santi. Ma il modo in cui conclude la frase, prima di continuare sul tema della preghiera, si può ancora riferire a quel che accade in Rete: «Il dolore di ciascuno è il dolore di tutti, e la felicità di qualcuno si travasa nell'animo di altri. Il dolore e la felicità fanno parte dell'unica storia: sono storie che si fanno storia nella propria vita. Si rivive la storia con le proprie parole, ma l'esperienza è la stessa». Scorro la timeline di Facebook e mi pare che, in fondo, tante delle storie che vi si susseguono d'altro non parlino che di dolore e di felicità: anche quando la felicità si esprime a partire da oggetti effimeri; anche quando il dolore si manifesta come inquietudine e ansia, o prende la forma dell'odio. Spesso non restiamo muti, ma neppure commentiamo: perlopiù le nostre reazioni si lasciano codificare in quelle povere figurine di cui, se proprio non ci arriviamo da soli, la piattaforma ci offre anche il significato, da «Mi piace» a «Wow», da «Sigh» a «Grrr». Ma, in fondo, anche quello è un modo di condividere il dolore e la felicità dell'altro.
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