Sky, dal “Barlume” all'Iraq di Butchard
martedì 19 gennaio 2021
Mentre su Sky Cinema 1, ieri sera, andava in onda il secondo episodio di I delitti del Barlume (“Tana libera tutti”), esempio di come girare una serie tv ai tempi del Covid sfruttando al massimo nella finzione filmica le videochat per non portare gli attori sul set, su Sky Atlantic debuttava di contro una serie di ampio respiro con in scena l'Iraq del dopo Saddam Hussein. Parliamo di Baghdad Central, thriller britannico ambientato nel 2003 nella capitale irachena in mezzo al caos seguito all'occupazione americana con un pericoloso vuoto di potere dovuto allo scioglimento dell'esercito e della polizia iracheni. E al centro della vicenda c'è proprio un ex ispettore della polizia locale, Muhsin al Khafaji, che nella guerra ha perso tutto, è vedovo e ha due figlie di cui la secondogenita gravemente malata. Ma è l'improvvisa scomparsa della maggiore, studentessa universitaria affidata agli zii, a costringerlo ad intraprendere una disperata ricerca tra parenti, amici, ambienti militari e università, scontrandosi con misteri e silenzi omertosi. Tra l'altro, a causa di un errore riguardante la sua identità, Khafaji viene arrestato e torturato dagli americani perché sospettato di essere membro delle milizie avverse agli Stati Uniti. Si salverà grazie all'intervento di un ex ufficiale di polizia britannico che lo recluta per lavorare con lui nella Green Zone. Alla suspense legata alla ricerca e ai motivi della scomparsa della ragazza, che si scopre essere traduttrice per gli americani, si aggiunge la credibilità nel racconto di un momento così complesso della storia recente dell'Iraq, anche se, come ben sappiamo, nel raccontare storie in tv non conta tanto il verosimile quanto il modo di raccontarle, la capacità o meno di prendere il telespettatore. E Baghdad Central, stando almeno ai primi due dei sei episodi previsti, riesce a prenderti senza rinunciare alla descrizione credibile della vita degli iracheni all'indomani dell'arrivo della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Firmata da Stephen Butchard, la serie (disponibile anche on demand e in streaming su Now Tv), è la trasposizione televisiva del romanzo omonimo del 2014 di Elliott Colla, studioso americano del Medio Oriente.
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