Sintesi di tre Papi sul digitale ed ermeneutica della continuità
venerdì 31 marzo 2017
Come è più che comprensibile, chi frequenta gli ambienti digitali sulla base di un'ispirazione cristiana, o meglio ancora li immagina come una nuova terra di testimonianza e missione, tiene sempre aperta una cartella “magistero” nella quale archiviare e dalla quale attingere indicazioni e criteri sul da farsi. D'altra parte, siti, blog e social network non sono certo luoghi di attese e di tempi lunghi; al contrario ogni passo lì dev'essere di corsa e pare manchi sempre il tempo per leggere e vedere “tutto”.
Doppio merito allora ad Alessandro Gisotti, voce (e volto) noto della Radio Vaticana, che in tre successive schermate sul sito dell'Ucsi (la terza martedì 28 marzo: tinyurl.com/n5x6shw ), 12mila caratteri in tutto, applica l'ermeneutica della continuità al trattamento riservato alla materia digitale da parte degli ultimi tre Papi. A chi non avesse neppure il tempo per fare un copia-e-incolla su quella sua cartella offro una sintesi delle sintesi di Gisotti, naturalmente a mio gusto.
A partire dalla celeberrima definizione dei nuovi mezzi di comunicazione sociale come «il primo areopago del tempo moderno», Giovanni Paolo II arriva a intuire il potenziale di testimonianza contenuto nell'interattività consentita dalla Rete quando ancora i social erano... un gioco da ragazzi. Benedetto XVI non ha remore a indicare le reti sociali come delle «porte di verità e di fede» che aprono a nuovi «spazi di evangelizzazione», dove la testimonianza passa dal modo in cui si comunicano «scelte, preferenze, giudizi che siano profondamente coerenti con il Vangelo, anche quando di esso non si parla in forma esplicita». Francesco aggiunge alla chiamata alla testimonianza quella alla prossimità e all'accompagnamento, che diventa cammino da fare assieme e dunque, osa Gisotti, «una sorta di sinodalità digitale». Infatti per Francesco «non basta passare lungo le strade digitali, cioè semplicemente essere connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall'incontro vero».
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