Se il canto di famiglia al funerale diventa popolare anche sui social
domenica 1 agosto 2021
I contenuti del profilo Facebook di Gianni Criveller, preside dello Studio teologico del Pime, riguardano in genere l'attività pubblica del noto missionario e teologo, ma talvolta vi compaiono anche eventi personali. In uno dei post in memoria della mamma Gemma Rossi, morta a 94 anni, riporta la sua omelia al funerale, dove racconta fra l'altro come la «famiglia allargata» è riuscita a tenere compagnia alla mamma fino alla fine: «Ha molto amato ed è stata molto amata. Non potevamo privarci del dono della sua presenza, e la nostra vita era organizzata attorno a lei. E quando le vennero meno le parole, ci donò gesti di grande tenerezza. Ci chiedeva di stare con lei, cercava le nostre mani, ci mandava baci e gesti d'affetto con la mano».
Quella stessa famiglia allargata è stata capace di esprimere il proprio sommesso dolore in una maniera speciale quando, al momento della tumulazione della mamma, i dieci figli hanno intonato un canto, "Mamma, mia mamma", che fa parte del loro lessico familiare: glielo hanno tramandato i genitori e uno zio, ma nel Trevigiano esso è pressoché sconosciuto (mentre lo si può incontrare in Romagna, anche in una meno intensa versione da balera). Diventata oggetto di un servizio di Antenna3 Treviso pubblicato sul canale YouTube dell'emittente ( bit.ly/3zTKdbl ) e rilanciato su Facebook da Criveller, questa storia ha messo insieme, dal 18 luglio a oggi, ben 180mila visualizzazioni.
Si può pensare che se un video del genere arriva ad attirare tanta attenzione è perché riflette, a partire dalla circostanza del canto, un modo comunitario di celebrare il lutto di cui certo molti di noi hanno nostalgia. Ci siamo infatti abituati a celebrare funerali caratterizzati dall'anonimato e dalla solitudine, sia di chi parte, sia di chi resta, soprattutto quando a partire per la casa del Padre è qualcuno già arrivato nella quarta età. Ma certo, se «si muore una volta sola e bisogna morire in una maniera dignitosa», come dice Criveller intervistato nel video da Lucio Zanato, è pur vero che la morte è dignitosa quanto più lo è stata la vita, anche in quel suo tratto finale che per tante nostre famiglie è così difficile da accompagnare.
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