Quando ai nonni e alle nonne spuntano le ali
lunedì 18 giugno 2018

Un volume dedicato ai nonni che non ci sono più e ai bambini che si chiedono dove vanno le persone care quando la loro vita finisce. Possibile scriverlo e illustrarlo senza che la tristezza e il dolore della perdita prendano in ostaggio il lettore? Possibile con la poesia delle parole e l’eleganza delle immagini di Arianna Papini, reduce dal prestigioso Andersen 2018 come migliore illustratrice dell’anno. Tavole a doppia pagina e un testo tanto lapidario quanto lieve Nonni con le ali – Nonne con le ali, (Bacchilega Junior; 15 euro) - per metà “Canto per i nonni volati via” e per l’altra metà, con una giravolta,”Canto per le nonne volate via” - non è uno scrigno di ricordi, ma il racconto delicato e pieno di tenerezza di una presenza viva e costante delle persone amate nelle cose di tutti i giorni.

Tutti i sensi sono pervasi del loro esserci ancora: i nonni volati via abitano nel volo delle rondini, nel sole di primavera, nel profumo del risotto e dei dolcetti del giorno di festa, negli occhi del gatto di famiglia, nelle notti stellate, nell’erba che pizzica le gambe, nelle mani che scompigliano i capelli. E in tanto altro. Nell’emozione di ogni istante della vita sono al fianco di chi hanno amato e le loro mani ne guidano sempre le scelte. “Questo libro – ha spiegato Arianna Papini – nasce per consolarmi della perdita di mia nonna, cresce per consolarmi della perdita di mio padre e trova parole e immagini nell’abbraccio che amo dare agli altri. Gli esseri amati restano. È solo nella perdita che sappiamo questo e possiamo narrare la grande magia della condivisione dei mondi, nell’accadimento magico di una farfalla che si posa sulla nostra mano proprio nel pensare chi abbiamo perduto, nel riconoscere la vitalità dell’andar per mano da innamorati e vissuta già, un giorno, accompagnati da chi non è più. Questo libro non vuole dare risposte ma indica una via, quella della bellezza e della poesia. Lì possiamo condurre chi amiamo e chi abbiamo amato e ritrovare curiosità per la vita, la magia della natura e dei tanti sguardi e profumi che incontriamo ogni giorno”. Dai 5 ai 99 anni

“La battaglia delle rane e dei topi”, ovvero la “Batracomiomachia”, non èstria moderna. Sarebbe stata composta da Omero dopo l’Iliade e prima dell’Odissea: un poemetto giocoso che denunciava l’assurdità delle guerre. Oggi le edizioni L’Ippocampo Ragazzi consegnano questa storia ai lettori più giovani con uno spettacolare adattamento realizzato da Claudio Malpede illustrato da Daniele Catalli con grandi tavole, disegni al tratto a matite acquarellate e pagine impreziosite da tagli laser che scoprono scene e
particolari della battaglia delle pagine successive.

La battaglia delle rane e dei topi (19,90 euro) è la storia – tutto in una sola giornata - che ogni guerra racconta e insegna: uno scontro muscolare tra due fazioni violente e spietate, decise a prevalere l’una sull’altra, che vede in campo pacificatori inascoltati e agitatori che soffiano sul fuoco, parole d’ordine che risuonano come grida di battaglia in nome del coraggio, dell’onore da difendere e vendicare. E’ un malaugurato incidente a un topo, provocato casualmente da una rana, malinteso che nessuno vuole approfondire, a scatenare il conflitto violento e sanguinoso tra il re dei topi e quello delle rane. L’odio è nell’aria, si respira tra i due fronti che si preparano allo scontro con riti che eccitano gli animi. Poi tutto precipita. A fine giornata l’esito è drammaticamente immaginabile., anzi scontato. Eppure da Omero a oggi la Storia non ha insegnato nulla. Dai 12 anni.

Spedita come una lettera, affrancata con tanto di francobolli, la dodicenne Johanna viene messa al sicuro dal padre, ingegnere ferroviario a Città del Messico per contro del governo, su un treno diretto a El Paso, in Texas, dove di nascosto potrà raggiungere la mamma. In Messico sono tempi difficili. E’ il 1914 e la rivoluzione contro la dittatura del presidente generale Porfirio Díaz è in corso. Violenze vendette, minacce e ritorsioni sono all’ordine del giorno. In compagnia della inseparabile bambola Miss Petunia,
dopo l’iniziale scoramento, Johanna si fa coraggio e affronta il viaggio, accudita dal personale delle poste ferroviarie, dal vecchio macchinista e soprattutto dal giovane Chico, il valletto di bordo, che la tiene con sé come un’aiutante. Quello che accadrà strada facendo nessuno sembra immaginarlo: sul treno a un certo punto sale un gruppo di rivoluzionari capeggiati dal mitico Pancho Villa. E allora l’avventura, densa di colpi di scena, sarà mozzafiato.

Firmato da Christian Antonini – che ricordiamo autore del pluripremiato “Fuorigioco a Berlino” – Una lettera coi codini (8,90 euro) è pubblicato da Giunti nella collana Colibrì. Per lettori instancabili. Tanti scatoloni in giardino, residuo di un trasloco evidente, e una voce tassativa rivolta all’insistente Colette a ribadire che no, lì non si potranno tenere animali.

E’ l’incipit di La mia amica Colette (Mondadori; 16 euro) un albo scritto e illustrato inconfondibilmente dalla canadese Isabelle Arsenault che racconta lo spaesamento dell’infanzia e il suo bisogno di riconoscimento e di amicizia. Lo scontento della piccola Colette di essere approdata in una casa nuova e in un nuovo quartiere in cui con conosce nessuno, lo si avverte dal broncio e dai calci che sferra agli scatoloni. Ovviamente il cruccio della solitudine non si mette in mostra di fronte ai piccoli vicini di casa che si presentano per fare amicizia. Colette deve inventare una scusa plausibile alla sua luna storta. E cioè che sta cercando il suo pappagallino che si volato via da uno scatolone. Certo la bambina non immagina la catena di solidarietà che in breve prende vita nel quartiere mentre la sua piccola bugia si gonfia all’inverosimile diventando come una fiaba, una appassionante avventura della mente, accolta con curiosità e generosità dai bambini. Isabelle Arsenault conferma il suo stile fatto di grigi sfumati, di figure tratteggiate a matita e solo pochi tocchi di colore: qui, il giallo dell’impermiabilino di Colette e qualche sprazzo di azzurro. Colori che – ha raccontato l’illustratrice anticipando l’uscita di una vera e propria serie sulle avventure degli otto bimbetti del quartiere – lasceranno il posto ad altri, negli albi che verranno, a identificare ciascun protagonista. Dai 4 anni

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