Se il passato del bisnonno nasconde una drammatica verità
martedì 6 novembre 2018

Cosa sappiamo davvero delle persone che ci sono vicine? Quanto il loro passato può gettare luci o ombre sul nostro presente? Cosa faremmo se una persona a cui abbiamo voluto bene si dimostrasse molto diversa da come l’abbiamo conosciuta? E’ attorno a questi interrogativi che scorre la storia di Andrea un sedicenne alle prese con una ricerca di storia in vista di una gita scolastica nei campi di sterminio nazisti. Un’indagine allargata al periodo dell’ultima guerra a La Spezia, la sua città, agli anni violenti del fascismo e alla resistenza partigiana. Incoraggiato dall’insegnante a cercare testimonianze di persone anziane, Andrea raccoglie i ricordi di una lontana parente, ragazzina all’epoca, che durante l’incontro allude subdolamente a un coinvolgimento con il fascismo del bisnonno Sergio, che Andrea ricorda come un uomo dolce e affettuoso.

Le domande da quel momento non gli danno pace: davvero quel vecchio, buon compagno di giochi aveva potuto denunciare alle SS una famiglia di ebrei? E dunque, ciò che ha sempre ricordato di lui è stato una grande menzogna? Nella speranza di trovare smentite Andrea inizia a indagare, scartabellando i giornali di quegli anni, ma la sua vita è sottosopra, come avvelenata da pensieri pesanti come macigni. Al punto che, prigioniero dei sospetti, inizia a trascurare la scuola e gli amici, a frequentare cattive compagnie e ad allontanarsi da Barbara, una ragazzina conosciuta in biblioteca, diventata buona amica. Quale sarà la verità? Per ora le certezze sono una macchia nera impenetrabile, come quella che campeggia sulla copertina di Cattive memorie (San Paolo; 14,50) ultimo romanzo di Fulvia Degl’Innocenti. Un viaggio attraverso pagine di una storia recente drammatica che apre riflessioni su carnefìci e vittime, sulle pieghe dell’animo umano e sul bisogno di verità che, per quanto cruda e spietata, è un capitolo da affrontare, per capire gli altri e più ancor se stessi. Vivamente consigliato, dai 13 anni.

Dopo quasi vent’anni di silenzio Sauro Marianelli - Premio Unesco come scrittore per ragazzi e premio Bancarellino del 1987 con “Una storia nella storia” - torna in libreria con Le scarpe di Irene (Ouverture Edizioni; 13 euro) un romanzo ambientato nelle colline toscane del primo Novecento, agli albori del Ventennio. Tempo di miseria e fame, di gente umile abituata a dannarsi nel lavoro e a sopportare pesanti sacrifici. Quella di Gustavo, calzolaio da generazioni, è una famiglia numerosa di femmine: quattro figlie da mantenere per l’epoca erano una disgrazia senza pari; braccia buone per le faccende domestiche ma inutili da mettere al lavoro al banchetto, a suolar scarpe. Perciò quando il tanto desiderato maschio arriva, Gustavo non vede l’ora di fargli respirare l’odore del cuoio, insegnargli il mestiere e poi passargli la bottega con cui dovrà campare.

Ma quelli non sono certo i tempi in cui si pensa che i figli nascono liberi di scegliere, di seguire la strada delle proprie inclinazioni, tantomeno di opporsi alla volontà del padre. Il piccolo Gico cresce senza desiderare affatto di fare il calzolaio: è un bambino sensibile e intelligente che ha voglia di andare a scuola e di imparare. Per intercessione della nonna alla fine a scuola ci andrà, ma arrivato alla quinta deve cedere alla volontà di suo padre, mollare i libri e mettersi al lavoro. Se Gustavo pensa di aver vinto la sua battaglia di costrizione, però, si sbaglia di grosso. Gico non gli somiglia per niente, al lavoro è lento e riflessivo, scrupoloso oltre ogni immaginazione. Prima di iniziare, studia il lavoro e lo trasforma in un progetto attento alla forma o alla deformazioni dei piedi dei clienti. In più, con grande delusione e disperazione del padre, il denaro gli è indifferente. Ma con Irene, una coetanea claudicante, figlia di povera gente, il giovane Gico farà con la testa e il cuore il suo capolavoro. Incursione in un mondo che pare lontano anni luce, il racconto di Marianelli è un mix di realtà e fiaba, la storia di un giovane visionario più interessato all’essere che all’avere, originale anticonformista in una società contadina dove spesso gli ideali s’impantanavano nella lotta per la sopravvivenza. Dai 14 anni

Disegnare la musica e ascoltare le immagini. Sembrano contraddizioni in termini. L’ardita combinazione invece è riuscita grazie al fortunato incontro tra Elisabetta Garilli, pianista, compositrice e ideatrice di rassegne di spettacoli teatrali, l’illustratrice e scrittrice Emanuela Bussolati e le edizioni Carthusia, che hanno accettato la sfida di dar vita a un progetto editoriale innovativo, una collana intitolata “Musica Disegnata e un po’ Strampalata” per accompagnare i piccoli lettori a provare la sonorità delle parole e la forza delle immagini. Reduce dall’aver appena incassato il Premio Rodari 2018 nella sezione Fiabe e filastrocche, Tinotino Tinotina Tino Tin Tin Tin (17,90 euro) che ha inaugurato la collana, è la storia di un bambino con una passione sfrenata per la musica, uno che ama ascoltare ma anche creare ritmi e suoni.

E’ il mondo che lo circonda a ispirargli nuove melodie: Tinotino osserva e nella sua testa le immagini si trasformano in suoni. Per lui suonano forbici e bottoni, pastelli e pennarelli, gomme e astucci, acquazzoni e pentole, persino i giornali. Da grande il bambino vorrebbe fare il batterista anche se i genitori non sono affatto d’accordo e cercano di dissuaderlo da quel pensiero, suggerendogli altri lavori. Tinotino però è inflessibile, la sua passione per la musica e il suo sogno di diventare musicista sono fuori discussione e tutti da coltivare. Gli adulti dovranno farsene una ragione. Un volume rivolto a bambini dai 4 anni in su, dove la lettura si può accompagnare con 16 tracce musicali dedicate, ascoltabili gratuitamente sul sito www.elisabettagarilli.it o scaricando il codice a barre QR che si trova all'interno dell'album, scaricabile con l'iphone. Nella motivazione del Premio Rodari la giuria ha sottolineato “l’assoluta originalità e freschezza del progetto editoriale; il perfetto e fertile intrecciarsi di parole e immagini che permettono al lettore di “vedere” la musica e di “ascoltare” le figure; la vivacità e la bellezza di illustrazioni colte e sapienti. Davvero un mix di grande valore. Dai 4 anni

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