Toc, gnam, ronf, bang... : Cappuccetto Rosso in versi (e non solo)
lunedì 20 maggio 2019

Cappuccetto Rosso. Una fiaba in pittogrammi. Raccontata così la fiaba di Perrault non l’avevamo ancora vista. Senza altre
parole se non l’incipit classico, “C’era una volta…” e quelle poche espressioni onomatopeiche che costituiscono la colonna sonora del racconto: toc toc, gnam gnam, ronf ronf, bang bang. La genialit
à di Sandro Natalini ci restituisce un classico di tutti i tempi raccontandolo in modo divertente e inconsueto con disegni e simboli stilizzati così semplici e riconoscibili da consentire una lettura
lineare accompagnata da un adulto per i più piccoli, autonoma per i più grandicelli.

Curiosa anche la soluzione a leporello – a fisarmonica e pieghevole – con undici pagine che una volta distese offrono una striscia di lettura per immagini di quasi due metri e mezzo. Un volume dunque spettacolare, pubblicato dall'editore Giralangolo (12,50 euro), inserito tra i vincitori del Premio Andersen di quest’anno come “Miglior libro fatto ad arte” meritevole, secondo la giuria per “una grafica efficacissima, pulita ed essenziale, e tutta giocata sul rosso e il bianco e nero. Per averci dimostrato, ancora una volta, l’inesauribile valenza narrativa delle fiabe classiche”. Dai 4 anni

Chiamiamola ira, stizza, rabbia… Rosso è indubbiamente il colore che rappresenta la furia di certe esplosioni in parole e comportamenti non solo infantili. È in gran parte giocato sui toni del rosso, questo albo in cui anche il testo di Emmanuel Tredez fa il botto con le illustrazioni di Amandine Piu. Color collera (Gallucci editore; 14 euro) è una storia di capricci e boati d’ira, parole sgarbate, arrabbiate e urlate, facce ingrugnite e color fuoco, lampi e scintille.

Protagonista una bimba pestifera e collerica, cui basta un nonnulla per infuriarsi e scatenarsi in scene incresciose che lasciano gli adulti disarmati. Il suo racconto in prima persona è una limpida analisi di ciò che le succede quando le contrarietà comprimono la rabbia finché non c’è più modo di trattenerla. E la furia esplode come un mostro scatenato che ha urgente bisogno di trovare sfogo, lasciando però la bambina, pur nella quiete ritrovata dopo la tempesta, con una brutta immagine di sé. È il momento in cui ai genitori tocca ritrovare parole e gesti pieno di affetto. Le migliori medicine alla collera. Dai 3 anni

Leonard è un leone, e non ci piove, sebbene il titolo di questo albo realizzato dall’autore illustratore britannico Ed Vere - Questo non è un leone (Terre Di Mezzo; 15euro) - dica il contrario. Il fatto è che Leonard è un tipo atipico, per nulla aggressivo e feroce come gli altri esemplari della giungla.

Leonard è un incallito sognatore, un poeta che s’inebria sotto un cielo stellato, compone rime e rimugina pensieri filosofici. Diventa amico di una papera invece di sbranarla in un boccone. Facendosene un baffo di chi lo esorta alla ferocia. E proprio con la sua piccola amica, riflettendo riflettendo, arriva a una saggia conclusione che ha a che fare con la critica a ogni stereotipo. Con la valorizzazione di ogni individualità e il primato delle parole capaci di cambiare il mondo. Un poetico trattato di filosofia sull’arte della gentilezza e della pace.

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