L'orco è affamato... di leoni!
sabato 26 novembre 2016

Ecco come un ordinario pomeriggio di autunno può trasformarsi in uno straordinario momento di gioco e intimità tra una bambina e il suo papà. Il lettore accompagna i due in una passeggiata nel parco che lascia ampiamente capire la loro intesa e il piacere di stare insieme. Strada facendo una domanda si ripete con insistenza, quella che la bambina rivolge al papà e dà il titolo all’albo: Chiedimi cosa mi piace.


Quasi una litania, un involontario escamotage che racconta la gioia di vivere della piccolina a cui non sono estranei il paesaggio e ciò che lì dentro si muove. Cani, gatti e tartarughe, le anatre in volo e le rane dello stagno, le farfalle, i fiori, le libellule e le api… Nulla sfugge alla bambina, non i cavalli della giostra, non il gelato, non la sabbia dello spazio giochi, non il rosso vivo delle foglie che domina il parco autunnale. Ma nulla sfugge neppure all’adulto che sta al gioco adottando lo stesso stile, replicando le domande e ascoltando le risposte, senza mai un moto di insofferenza o di noia, senza sbavature melense e parole sdolcinate. Il testo di Bernard Waber s’incunea in modo così naturale nelle tavole della coreana Suzy Lee da costruire un tutt’uno perfetto. Non si può non rimarcare l’accentuata somiglianza della protagonista con le bambine che Suzy Lee ha immortalato ne L’Onda e ne L’Ombra, come queste allegra e sbarazzina, ingenua e ironica nei giochi di parole e nelle allusioni, tenera nell’affidarsi alle affettuose coccole del genitore una volta tornati a casa. Ancora un libro super azzeccato dall’Editore Terre Di Mezzo (15 euro).


Gli orchi delle fiabe non hanno mai dato grandi prove di intelligenza. Qui, padre e figlio non sono da meno. Con una fame da leone si aggirano guardinghi in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Stanco di sgranocchiare bambini, e non sapendo che avere una fame da leone è solo un modo di dire, il piccolino s’incapriccia: vuole mangiare un leone e nient’altro. Grande Orco cerca di dissuaderlo consigliando ancora carne di bambino, ma Piccolo Orco è irremovibile. Il vero problema è che né il rampollo né lo zotico genitore sanno assolutamente come sia fatto un leone. Ignoranza pericolosa. In una battuta di caccia grossa, non conoscere la propria preda è un bell’azzardo. Neppure sarebbe consigliabile imboccare il cancello dello zoo e risolvere l’enigma andando a far domande sciocche agli animali, perché il leone potrebbe improvvisamente apparire e manifestare pure lui un certo languorino… Non saranno intelligenti ma alla fine si tifa per gli orchi in questa storia di Christophe Mauri, illustrata da Nathalie Dieterlé Voglio mangiare un leone! (Edizioni Clichy; 15 euro), divertente inno alla prudenza. Perfetto da condividere con belle risate con i piccoli lettori. Dai 3 anni.


Giocare con l’acqua è una delle passioni più grandi dell’infanzia poco incentivate, va detto, dai genitori. Rubinetti aperti significano acqua sul pavimento, piedi e magliette bagnati… Esattamente quello che succede a Nenè che con l’acqua si diverte un mondo, anche quando deve rimediare agli inevitabili disastri. Nenè con l’acqua fa da sé è un libriccino prezioso perché racconta con leggerezza una storia rassicurante sulla libertà indispensabile al gioco e alla stima di sé del bambino, che gli autori dedicano “all’acqua e alla curiosità: fonti di vita e di giochi inesauribili”. Curioso, intraprendente, tenace e puntiglioso Nenè fa i propri esperimenti con l’acqua del rubinetto. Lava, travasa, inzuppa, schizza, bagna… ma subito si industria per raccogliere e asciugare, usando stracci, secchio, spazzolone, stendino. Con risultati non sempre efficaci ma comici e comunque non privi di significato. Nato da un’idea di Ruggero Poi, formatore Montessori e dall’esperienza della casa editrice Carthusia, specializzata in editoria per bambini dall’alta progettualità, il volume è il primo di una collana studiata per dare ai piccoli e ai genitori l’occasione per divertirsi insieme sperimentando gli illuminati principi base del metodo Montessori. Nenè può fare da sé, trovare autonomia e indipendenza, alimentare la propria curiosità senza temere di sbagliare e contemporaneamente divertirsi in sicurezza e libertà se gli adulti che gli vogliono bene gli offrono un ambiente organizzato alla sua portata. Insomma se gli adulti lo aiutano a fare da solo. Il testo è di Sabina Colloredo e le illustrazioni di Giulia Orecchia (15 euro). Arrivati all’ultima pagina si ha già voglia di una nuova avventura! Dai 3 anni.


Nikki McClure è un’artista autodidatta affermatasi grazie alla sua grande abilità nel paper-cut , una tecnica che consiste nell’intagliare il cartoncino nero tramite una taglierina affilata, usando come guida i bozzetti di immagini realizzati precedentemente. Il trionfo della manualità che riesce a trasformare un foglio di carta in una storia. Se vuoi essere un gatto (Il Castoro; 13,50 euro) conta sull’impatto combinato delle immagini in bianco e nero e di un testo che si limita a una sola parola per pagina, scritta in stampatello azzurro. La storia è il film di una lezione di vita: un gatto insegna al suo cucciolo a comportarsi come si conviene. Che per lui significa imparare a stirarsi, leccarsi, saltare, esplorare, cacciare, mangiare e rotolarsi… proprio come fanno i gatti. Prove ed errori, consigli e incoraggiamenti. Se ne deve fare di strada per crescere! Dai 3 anni

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