Sanremo spiegato da Peppe Vessicchio
giovedì 2 febbraio 2023
Quest’anno a Sanremo non ci sarà. Ma lui un po’ Sanremo lo è di suo. Basta la parola, come diceva una vecchia pubblicità: «Dirige l’orchestra il maestro Peppe Vessicchio» e subito si pensa al Festival della canzone italiana. Sarà per il nome, quel Peppe abbreviativo di Giuseppe, unito al cognome che sembra un vezzeggiativo. Sarà per l’attuale pizzetto bianco, un tempo barbone nero… Sarà quel che sarà, tanto per rimanere in tema canoro, ma Vessicchio è un personaggio e dire il suo nome è dire Festival di Sanremo, anche perché ne ha vinti quattro come direttore d’orchestra. Per questo la docuserie Ossi di seppia, in esclusiva su RaiPlay, anticipa di qualche giorno la kermesse sanremese con una puntata, la diciottesima della terza stagione, dedicata al Festival con il racconto di Vessicchio racchiuso nel più classico dei titoli: «Perché Sanremo è Sanremo». E lui conferma: «Il Festival è una unicità, che unisce attraverso il potere della musica popolare che parla a tanti italiani tutti insieme. Sanremo non è più soltanto una gara tra canzoni o tra cantanti. Piano piano in quello spazio sono arrivati anche i simboli del cambiamento che stiamo affrontando. E qualche volta sono stati addirittura anticipati». Rivolta soprattutto ai giovani, la serie di documentari prodotti da 42°Parallelo, mantiene un taglio vivace, un montaggio ritmato tra i brani dell’intervista e le immagini di repertorio (tra cui la gaffe di Gabriella Carlucci che sbagliò a presentare Vessicchio al suo debutto sanremese nel 1990). Il tutto contenuto in una una ventina di minuti e il commento finale affidato a una canzone. In questo caso decisamente ironica su quanto appena visto: La terra dei cachi, di Elio e le Storie tese, che guarda caso si chiude con la frase «Perché la terra dei cachi è la terra dei cachi». © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: