Rocco Schiavone, il romano delle nevi
giovedì 6 aprile 2023
La SkyWay Monte Bianco non è una funivia, è uno spettacolo, che da Courmayeur sale fino a 3 mila 500 metri per poi offrire un panorama mozzafiato sul massiccio più alto d’Europa. Gioco facile dunque, almeno dal punto di vista dell’ambientazione, per la ripartenza di Rocco Schiavone (il mercoledì in prima serata su Rai 2) con un’indagine per omicidio ai piedi del Dente del Gigante e un palleggiarsi del cadavere tra Italia e Francia sul confine alpino. E pensare che la serie precedente, la quarta, era partita con il mare dei Caraibi anziché con la Valle D’Aosta dove il ruvido e sarcastico vicequestore romano de Roma è stato spedito per motivi disciplinari. Quella che non cambia, anche in questa quinta stagione, è l’aria depressa e malinconica del protagonista, impegnato a fare i conti con se stesso, con il passato e i relativi fantasmi, anche quelli «reali» come l’amata moglie Marina (da questa stagione interpretata da Miriam Dalmazio) uccisa in un agguato anni prima. Frutto della fantasia del romanziere Antonio Manzini, il Rocco Schiavone televisivo ha trovato l’interprete giusto in Marco Giallini che, grazie alla sceneggiatura firmata dallo stesso Manzini e da Maurizio Careddu e sotto la regia di Simone Spada, presta volto, voce, linguaggio sboccato, andamento dinoccolato e sentimenti a un personaggio controverso, un uomo di legge che con la legge non va d’accordo, amico di malviventi e fumatore di canne (questione oggetto di polemiche anche recenti), ma con un grande intuito per risolvere i casi di omicidio. A mitigare la spigolosità del protagonista (che nel fondo del proprio animo è meno cinico di quanto sembri) ci pensano gli sgangherati colleghi e un espediente narrativo che ogni volta viaggia in parallelo con le indagini: nella puntata di ieri una fantozziana partita di calcio tra poliziotti e magistrati. © riproduzione riservata
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