Riforme, la spinta dei periti
martedì 12 giugno 2007
L'attenzione del Governo, dei sindacati e delle istituzioni europee verso un nuovo assestamento della previdenza italiana non lascia indifferenti i liberi professionisti. I diversi Ordini professionali sono, infatti, strettamente collegati alle rispettive casse di previdenza e viceversa, un intreccio cui è indirettamente interessato oltre un milione di famiglie, tante quanto il complesso dei professionisti e senza considerare i rispettivi collaboratori e dipendenti. Su questo scenario e sul futuro delle libere professioni hanno puntato gli Stati generali dei periti industriali, in un convegno tenuto nei giorni scorsi, a Roma, dall'Eppi, la cassa di previdenza dei periti, e dal rispettivo Consiglio nazionale, per lanciare nuove proposte di riforma. L'Eppi, ente di previdenza di nuova generazione frutto della riforma Dini, si è posto in prima fila per lanciare un confronto con le istituzioni e un pressing politico, segnalando la necessità di adeguare il sistema contributivo e pensionistico dei propri assicurati. L'esperienza decennale, accumulata dalla nuova previdenza dei professionisti, richiede un potenziamento del sistema in atto presso tutti gli enti «privatizzati». Il sistema contributivo, applicato dall'Eppi, richiede all'iscritto il versamento di un contributo soggettivo fisso e di un contributo integrativo, ora del 2%, rapportato al reddito professionale. L'auspicio dell'Eppi, ma anche di altre casse professionali, è di elevare il contributo integrativo al 4% (oppure di togliere il sigillo che obbliga al 2%), così da poter incrementare l'assegno pensionistico. Infatti, il tasso di sostituzione, cioé la quota del reddito professionale che i contributi versati consentono di trasformare in pensione di vecchiaia, supera oggi appena il 20-25%. Tanto più che il sistema fiscale imposto alla Cassa dei periti, e in generale alla previdenza professionale, stabilisce una doppia tassazione, che inspiegabilmente continua a tassare i contributi versati, prima sotto forma di rendite finanziarie degli enti e poi sotto forma di pensione. La tassazione perversa si riflette anche sugli investimenti dei contributi, che proprio per la loro effettiva redditività, necessaria per ricavare maggiori risorse da destinare le pensioni, richiedono di essere valutati su bilanci a base pluriennale anziché, come ora, annuale. L'Eppi, in particolare, dispone inoltre di risorse, vincolate per legge, che potrebbero essere ridistribuite per sostenere le pensioni degli iscritti. Decisamente innovativa, in particolare per il mondo del lavoro e della scuola, è infine la proposta di istituire l'«Ordine dei Tecnici per l'Ingegneria», per riordinare ed accorpare le varie Sezioni B dei laureati triennali e delle professioni di geometra, perito agrario e perito industriale. L'accorpamento di queste figure attiva una suddivisione professionale per settori di competenza e non per distinzioni accademiche.
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