RaiPlay, genitori e figli a confronto
giovedì 3 febbraio 2022
Nella settimana di Sanremo, quando persino il Tg1 si piega ad aprire sul Festival e a tornarci più volte nonostante i morti di Covid e i venti di guerra in Ucraina, è difficile trovare alternative valide sulle altre reti. Tanto vale rifugiarsi nelle piattaforme on line, magari della stessa Rai, e imbattersi con favore su RaiPlay nella seconda stagione di Tu non sai chi sono io, programma ideato da Alessandro Sortino con Arianna Ciampoli e scritto con Sabrina Bacalini, che propone una serie di episodi di nemmeno mezz'ora in cui ragazzi della Generazione Z, quelli nati dopo il 2001, nativi digitali e dipendenti dai social, si raccontano in prima persona direttamente alla telecamera, rivolgendosi il più delle volte ai loro genitori o a uno dei due, anche perché, troppo spesso, si tratta di figli che hanno sofferto una separazione. In ogni caso il figlio racconta di sé, soprattutto di quello che presume il genitore non sappia di lui (da qui il titolo), mentre il genitore apprende quello che il figlio gli dice scoprendo qualcosa che non sapeva, che non voleva sapere o fingeva di non sapere. Trattandosi di televisione c'è sempre una messa in scena, c'è uno strumento che rende l'incontro virtuale, ma che comunque non impedisce di colmare una distanza. Non a caso ogni episodio si chiude con l'abbraccio reale tra il protagonista del video e il parente interlocutore. Un momento emozionante, ma non il solo. Durante il racconto-confessione gli occhi si fanno spesso lucidi, soprattutto quelli dei genitori. In questo senso Tu non sai chi sono io è un programma che fa bene, prima ancora che ai figli, ai padri e alle madri: li può aiutare a riflettere su quanto sia difficile capire fino in fondo le proprie creature e quante volte, anche senza volerlo, si creano barriere nei loro confronti.
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