Rai 2, l'irriverenza sa di già vecchio
venerdì 11 ottobre 2019
Nonostante Carlo Freccero stia per lasciare la direzione della rete, Rai 2 continua a sperimentare. I risultati, però, non sempre vanno nella direzione sperata o come meriterebbe l'indiscussa competenza del direttore (che in quanto pensionato non può restare oltre sia pure a gratis). Si pensi, polemiche a parte, al flop di Realiti con Enrico Lucci, ma anche a Popolo sovrano o a Povera patria. Questa volta Freccero ci riprova in zona Cesarini con due programmi: Battute? e Maledetti amici miei. Il primo ha avuto un avvio un po' complicato. Doveva partire il 16 settembre alle 20.00, ma poi per un grave lutto del conduttore previsto, Alessandro Bardani, è stato rimandato. L'esordio è poi avvenuto ad ottobre, ma in seconda serata e con Riccardo Rossi alla guida. Il programma, che va in onda da martedì a venerdì, mette attorno a un tavolo un gruppo di giovani umoristi chiamati a commentare con battute più o meno improvvisate (più meno che più) i fatti del giorno per una sorta di show comico a basso costo. Niente più che un divertissement. Per cui a fare la differenza sono proprio le battute e alcune, va detto, non sono male. Più complesso il discorso su Maledetti amici miei, uno show molto teatrale (del resto da lì proviene), irriverente, ambientato in un'ipotetica terrazza sui tetti del “borgo dell'amicizia”, affidato (il giovedì in prima serata) ad Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Sergio Rubini e Giovanni Veronesi, con Margherita Buy e Max Tortora. A dire il vero degli Amici miei di Monicelli i quattro hanno ben poco, se non la toscanità di Veronesi, che abbiamo con sorpresa scoperto nella nuova veste di conduttore. È lui più degli altri a gestire la serata. Il cinema, però, c'entra: in particolare la commedia all'italiana, visti anche gli ospiti come Carlo Verdone. C'è buona musica e ci sono buoni monologhi nei quali, anche qui con un po' di sorpresa, emerge Rubini a scapito magari di Papaleo. Haber è bravo, ma è vittima del suo personaggio tra lo scoppiato e lo sfigato. Quello che non si capisce è perché l'irriverenza, che esplode al termine orario della fascia protetta, debba per forza passare dagli argomenti e dal linguaggio. Non ce ne vogliamo gli “amici”, ma questo sa di vecchio.
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