Rai 2, i troppi confini di “Made in Sud”
mercoledì 20 aprile 2022
La macchina di Made in Sud è notevole: impegna un cast di oltre 45 artisti, numerose maestranze e un folto pubblico nel grande Auditorium Rai di Napoli. Eppure, nonostante i numeri che comprendono anche dieci edizioni, lo show comico di Rai 2 non riesce a fare quel salto di qualità che lo porterebbe ad essere uno Zelig in chiave partenopea. Quest'anno, da lunedì in prima serata per otto settimane, il programma ideato da Nando Mormone e Paolo Mariconda ha pure una nuova coppia di conduttori, Lorella Boccia e Clementino. Soprattutto quest'ultimo, rapper molto popolare tra i giovani, si è distinto in ruoli televisivi come quello di coach in The voice senior dove ha mostrato imprevedibilità e una grande carica. Ma in veste di presentatore, pur mantenendo una certa carica, non si muove ancora a suo agio e anziché improvvisare, che dovrebbe essere la sua caratteristica, paga dazio al gobbo (si vede chiaramente che legge quasi tutte le battute). Più disinvolta e con maggiore presenza scenica Lorella Boccia, in origine ballerina. Ma al di là dei conduttori, che comunque nel complesso se la cavano, è il livello della comicità che, tranne qualche eccezione (i Gemelli di Guidonia, Francesco Cicchella…), resta mediamente basso. Viene privilegiata la facile presa, il doppio senso, l'esagitazione. Persino il confermatissimo duo Arteteca continua ad essere spesso sopra le righe. Per non parlare del Gegiù (improbabile fratello di Gesù) interpretato da Gennaro Scarpato. C'è dunque un problema di comici che avrebbero bisogno di una regia più stringente, di essere insomma un po' contenuti e guidati, ma c'è anche un problema di testi non all'altezza di uno show televisivo che ha delle ambizioni anche perché nasce in una città, Napoli, che in fatto di buona comicità vanta una grande tradizione.
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