Rai 1, “The resident” la serie... in corsia
mercoledì 26 giugno 2019
Quanti sono i medici passati in tv? Non quelli veri, ma quelli frutto della fantasia? E gli ospedali? Qualcuno li ha sicuramente contati. Noi no, non ci siamo riusciti. Ci limitiamo, pertanto, a ribadire che i camici bianchi hanno contribuito a fare la storia della televisione: dal dottor Manson della Cittadella, al collega Kildare, fino al giovanissimo chirurgo autistico protagonista di The good doctor, ideato da David Shore a cui si deve anche la creazione del mitico Dr. House. Per cui, quelli che oggi chiamiamo medical drama rappresentano un genere di collaudato successo. Non c'è quindi da stupirsi che ieri sera sia approdata in chiaro su Rai 1 l'ennesima serie con un medico protagonista, The resident, se non fosse che sta andando in onda in pay-tv dal marzo 2018 su Fox Life (canale 112 di Sky) dove è già arrivata alla seconda stagione. Quella in onda il martedì alle 21.25 sull'ammiraglia Rai è la prima stagione ed è composta da quattordici episodi, che insieme a quelli della seconda, in attesa dei nuovi della terza, hanno già appassionato l'America nel raccontare il “lato oscuro” del sistema sanitario statunitense, mettendo in luce ciò che accade negli ospedali d'Oltreoceano e in particolare la burocrazia che colpisce il personale sanitario che combatte per aiutare i pazienti. Ambientata al Chastain park memorial hospital di Atlanta, The resident (creata da Amy Holden Jones, Hayley Schore e Roshan Sethi per il network americano Fox) segue la vita di un gruppo di medici, infermieri e specializzandi alle prese con ricoveri e intervenenti complessi, ma anche con la propria carriera e la vita privata. Il tutto s'intreccia come da tradizione. Ogni volta vengono seguiti più casi (umani e sanitari). All'inizio di ogni episodio prevale l'azione. Poi prendono piede i sentimenti. I dialoghi in corsia ostentano un forbito linguaggio tecnico. I protagonisti (tra cui spicca il prestante Matt Czuchry nel camice di Conrad Hawkins) hanno spesso l'aria di sufficienza e la battuta ironica pronta. Ma quello che funziona in questa serie, come nella altre del genere, è la rappresentazione di un microcosmo, di una porzione di realtà che contiene in sé la vita nei suoi vari aspetti, nel bene e nel male.
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