Raccontare di chi si fa vescovo: test di giornalismo ecumenico
domenica 17 gennaio 2016
Domani inizia la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Uno di quegli eventi che, a meno di casi straordinari, non fa, effettivamente, notizia, neppure nella Rete che frequento: sebbene in Italia la storica condizione di minoranza delle confessioni cristiane diverse dalla cattolica dovrebbe indurre anche i media a valorizzare le occasioni di incontro.Dirò di più: se non fosse per le gravi notizie che provengono dall'Assemblea dei primati della Comunione anglicana, che ha sospeso per tre anni la Chiesa episcopaliana (Stati Uniti), l'unica notizia "ecumenica" di una certa risonanza che ho incontrato alla vigilia della Settimana riguarderebbe l'episcopato di Alessandro Meluzzi, divenuto primate della sedicente Chiesa ortodossa italiana.Dico subito che non ho elementi per discutere sul percorso personale che ha condotto questo psichiatra dalla massoneria (da cui dice di provenire) a tale comunità ecclesiale, salendone rapidamente la gerarchia. Di Meluzzi ho solo un ricordo lontano legato agli inizi di Forza Italia e un ricordo vicino per la sua partecipazione, come opinionista antagonista, a "Quarto Grado", programma di infotainment di "nera", donne sventurate e tinte cariche, su Rete 4.Metto invece volentieri a confronto due cronache del fatto, per misurare come se la cava l'informazione religiosa quando è costretta ad avventurarsi fuori dall'attualità vaticana o comunque cattolica. Bene il sito del settimanale Oggi (http://tinyurl.com/jzq5kzb): a parte qualche forzatura nel titolo, l'articolo mantiene le giuste distinzioni tra le parole di Meluzzi, la sua piccola comunità ortodossa "autocefala" e la situazione dei fedeli ortodossi in Italia, numerosi, a motivo dell'immigrazione, più dei musulmani e la cui cura pastorale discende dalla loro provenienza nazionale. Meno bene, anche perché abbastanza schiacciato su molte e confuse parole di Meluzzi, il servizio del sito del Corriere della Sera (http://tinyurl.com/zv9gcal), che non indurrebbe un lettore distratto a farsi neppure una domanda sulla "ortodossia" di questa comunità "ortodossa" e del suo neo-primate.
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