Quel Tg satirico beffardo e volgare
venerdì 31 marzo 2017
Annunciato con una pagina pubblicitaria su alcuni quotidiani nazionali contenente una serie di necrologi dedicati alla Verità, ha debuttato mercoledì alle 22 su Comedy Central (canale 124 di Sky) la nuova stagione di Ccn, il tg satirico condotto da Saverio Raimondo. Per la cronaca a comunicare la morte della Verità a causa di una bufala sul web sono stati, tra gli altri, i media dopo aver verificato la notizia. A dare il triste annuncio anche la Fata Turchina, mentre domani in segno di lutto i nasi lunghi saranno a mezz'asta. Questi dunque i necrologi. Intanto, il vulcanico giovane conduttore non è ancora arrivato a E poi c'è Raimondo, ma la tentazione di fare il paio con E poi c'è Cattelan probabilmente è tanta. Del resto quel Ccn che sta per Comedy Central News non è poi così diverso dall'Epcc di Alessandro Cattelan su Sky Uno. Entrambi si ispirano dichiaratamente ai “late night show” americani. Il percorso, però, è stato inverso. E poi c'è Cattelan da settimanale è divenuto quotidiano, mentre Ccn da quotidiano è diventato settimanale, anche se ampliato da dieci minuti a mezz'ora. E poi Raimondo non è Cattelan. Di strada ne deve fare, anche se è bravo e sarebbe pure divertente se non si lasciasse andare alla volgarità e all'irriverenza. Per il debutto ha invitato in studio Cicciolina, mentre ha fatto “benedire” lo studio da un fantomatico don Filippo, cappellano di Comedy Central, e se l'è presa con Radio Maria per la vecchia vicenda del terremoto e delle unioni civili. All'inizio del programma una sovrimpressione avverte che il linguaggio sarà esplicito e adatto solo a un pubblico adulto. Ma la scritta è beffarda come l'avvertenza finale che per partecipare come pubblico allo show occorre scrivere a..., mentre per condurlo basta arrivare prima di Raimondo. «Ridete a tutto perché vi voglio ipocriti», dice lui. Le puntate questa volta saranno quindici. Lo studio è rinnovato con il pubblico dal vivo, anche se il programma è registrato. La scrittura comica unisce il monologo satirico allo sketch show e alla sitcom. Ai testi, oltre allo stesso Raimondo, lavorano Francesco Lancia, Paolo Cananzi, Walter Fontana, Marco Vicari, Chiara Galeazzi e Stefano Pisani, con il contributo di Stefano Santucci. La regia è di Patrizio Belsiti.
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