Prendersi una responsabilità enorme senza rendersene conto per nulla
venerdì 8 novembre 2019
Seguendo una rotta tracciata da “Aleteia” ( bit.ly/2WReB3S ) a proposito di come dibattere in Rete con chi non crede, approdo davanti a un vecchio video ( bit.ly/2rnflSJ ) di tale Dama G, 28 anni, youtuber messicana con 2,6 milioni di iscritti, divenuta popolare grazie alle videogiocate. Con un linguaggio conforme alle sue passioni ha raccontato, il 14 ottobre dello scorso anno, non dell'ultima partita a League of Legends ma della non esistenza di Dio. Mi colpisce il fatto che, commentando il video (giunto a 4 milioni 700mila visualizzazioni) l'autrice sottolinea che il titolo, piuttosto assertivo (Dio NON ESISTE, con le maiuscole), aveva lo scopo di richiamare l'attenzione ma che lei, educata in una famiglia atea e dunque cresciuta in un ambiente «profondamente cattolico» senza comprenderlo, non si considera atea ma agnostica, e dunque non pretende di dimostrare positivamente che Dio non esiste. «Le mie sono considerazioni personali e non vogliono essere oggettive», dice inoltre nella frase secondo me più sorprendente. Il testo di presentazione corrisponde al percorso del video, in particolare alla sua conclusione «aperta». Così Dama G. può sottolineare anche (evidentemente a posteriori) che molte persone, e molti credenti, hanno colto nel suo filmato rispetto e volontà di dialogo. L'insieme (il titolo, il video, il testo che lo introduce e lo commenta) va visto secondo me come una testimonianza, tra le tante, delle ambivalenze di molta comunicazione online, a maggior ragione se riguarda temi sensibili come la fede personale e se proviene da soggetti ignari delle regole della comunicazione tradizionale. Così, Dama G può esporre una posizione problematica, eppure dare un titolo assertivo; esprimere considerazioni personali, eppure argomentare in modo serrato, attingendo, più o meno consapevolmente, a un patrimonio di dispute secolare. Prendersi una responsabilità enorme, vista la platea a cui si rivolge (tanti e tanto giovani), ma dare l'impressione di non rendersene conto.
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