“Piccole donne” un po' più moderne
martedì 15 maggio 2018
Piccole donne, il romanzo di Louisa May Alcott, compie 150 anni. Era un '68, quello dell'Ottocento, un po' diverso da quello del Novecento. Eppure quel romanzo, che sarebbe stato letto in tutto il mondo nei decenni successivi, conteneva qualche motivo che un secolo dopo, con ben altra foga e con ben altre contraddizioni, avrebbe caratterizzato il movimento femminista. Quello della scrittrice americana (morta a soli 56 anni nel 1888) poteva essere un femminismo ante litteram (guai, però, a dirlo alle femministe!). Certamente pacato e ragionevole, ma in grado di lanciare un messaggio sulla voglia delle donne di prendersi il proprio spazio nel mondo. Una storia e un tema che in più occasioni hanno ispirato sceneggiatori e registi. Con Piccole donne si sono confrontate un po' tutte le grandi attrici: da Katharine Hepburn a Liz Taylor a Susan Sarandon. E ancora una volta il romanzo sbarca sul piccolo schermo (nel nostro caso il venerdì alle 21.15 su SkyUno) adattato per una miniserie in tre episodi prodotta da Bbc One con la regia di Vanessa Caswill e la sceneggiatura di Heidi Thomas. La storia, arcinota, è quella dei March, famiglia del Massachusetts, negli anni della guerra di Secessione. Il padre Robert, un cappellano che parte per il fronte, la madre Marmee, impegnata nella Società per l'assistenza ai soldati, e le loro quattro figlie: Meg, la maggiore, istitutrice; Jo, la scrittrice, irrequieta e anticonformista, che fa la dama di compagnia a una vecchia zia; Beth, che suona il pianoforte ed Amy, che ama il disegno e la pittura. Le quattro protagoniste affrontano litigi, delusioni, innamoramenti e sensi di colpa. In un caso si contendono anche lo stesso fidanzato. Eppure, nonostante le incomprensioni, l'amore che le lega permette loro di affrontare anche le sfide più difficili. In famiglia tutto si ricompone sembra essere il messaggio finale di questa serie che affronta il lavoro della Alcott senza stravolgimenti. C'è semmai un'immagine delle quatto sorelle a tratti un po' più moderna, ci sono le ambientazioni (soprattutto quelle sulla neve) che sfruttano effetti speciali. Per il resto, quasi tutto rimane nel solco della tradizione, con una forte carica di realismo e un'unica eccezione: la scomparsa della componente religiosa che invece caratterizza e non poco la storia narrata nel romanzo.
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