Con Ficarra e Picone il Ponte sullo Stretto è un cassonetto
Miniserie Netflix in cinque episodi, Sicilia Express usa il teletrasporto dentro un cassonetto per raccontare in chiave comica e natalizia la distanza Nord-Sud, le famiglie divise, le carenze di infrastrutture e sanità, pungolando luoghi comuni e politica.

Altro che il Ponte sullo Stretto, la soluzione per avvicinare il Sud al Nord d’Italia è il teletrasporto, magari attraverso un cassonetto dell’immondizia. Fantasia allo stato puro anche per la nuova miniserie tv della premiata ditta Ficarra & Picone: Sicilia Express, cinque episodi disponibili su Netflix. Del resto i due comici siciliani con il film Il primo Natale avevano già compiuto un salto spaziotemporale ben più azzardato. In quel caso il ladro Salvo e il sacerdote don Valentino, avventurandosi in un canneto, venivano catapultati indietro nel tempo, all’epoca della nascita di Gesù nella Palestina di Erode. Inoltre, anche in Sicilia Express, come in quasi tutte le loro performance, Salvatore Ficarra e Valentino Picone mantengono i nomi di battesimo: un modo anche questo per creare un legame tra la finzione cinematografica o televisiva e la realtà. Legame che non manca appunto nemmeno in questa miniserie che, affrontando temi come il lavoro, le radici, la nostalgia e le famiglie divise, vede Salvo e Valentino infermieri in una clinica a Milano con la difficoltà di tornare periodicamente in Sicilia dove hanno lasciato le mogli (interpretate da Katia Follesa e Barbara Tabita) e nel caso di Valentino anche una figlia piccola.
Vessati da un direttore sanitario calabrese che si finge milanese (Sergio Vastano), costretti a voli aerei su Catania spesso dirottati a Palermo, i due amici risolvono i loro problemi di trasporto quando una sera, tornati a casa in Sicilia e usciti per buttare la spazzatura, cadono accidentalmente in un cassonetto e quando si rialzano scoprono di essere in Piazza Duomo a Milano. Viceversa, rientrati all’interno del cassonetto si ritrovano nel loro paese sull’isola. L’elemento magico è però solo un espediente per affrontare in modo comico e ironico alcuni problemi reali come appunto la distanza materiale tra Nord e Sud, resa problematica da infrastrutture inadeguate, ma anche il diverso livello dell’assistenza sanitaria o la perenne crisi idrica.
Della serie anche Arlecchino si confessò burlando, Ficarra e Picone, sia pure con il sorriso e l’ambientazione natalizia di una favola contemporanea, mettono alla berlina i luoghi comuni sul Nord e sul Sud e in risalto vizi e virtù dell’intero Paese, senza risparmiare critiche anche ai loro corregionali e soprattutto a una classe politica (impersonata in particolare da un parolaio presidente del Consiglio interpretato da Max Tortora) che non riesce o non vuole risolvere i problemi. La serie (il cui titolo si rifà al treno «SiciliaExpress» che esiste realmente e che in occasione delle festività natalizie va da Torino a Palermo e Siracusa) combina dunque elementi fantasy con la commedia comica, ma anche con l’attenzione critica alla realtà, che poi, limitandosi a cinque episodi, è quasi come un film un po’ più lungo del solito, che comunque diverte e fa pensare.
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