“Petrolio” fa riflettere sulla pornografia
martedì 13 novembre 2018
Petrolio che si avventura nei meandri del sesso poteva anche essere una notizia. Il programma d'approfondimento giornalistico di Rai 1, ideato e condotto da Duilio Giammaria, aveva macinato finora argomenti d'attualità legati alla cultura, all'economia, all'ambiente, tuttalpiù all'informatica. Leggere sabato scorso in tarda serata, dopo Portobello, il titolo «Sex Therapy» (Terapia sessuale) ha rischiato di far sobbalzare sul divano. È vero che il bravo Giammaria ha messo subito le cose in chiaro spiegando che il tema sarebbe stato affrontato in modo scientifico. Ma il dubbio che anche lui potesse giocare un po' sull'argomento era lecito ipotizzarlo, visto anche l'orario di messa in onda tra la mezzanotte e l'una. Invece no. Niente da fare. Petrolio è rimasto fedele al suo stile anche nell'affrontare il sesso e la pornografia. Il tema era comunque di quelli “difficili” per una tv generalista, soprattutto per la prima rete del servizio pubblico, anche perché un minimo di immagini, trattandosi di televisione, andavano pur trasmesse e in studio non si poteva fare a meno di invitare tra gli altri anche una pornostar. Ma in tutto, Giammaria e i suoi collaboratori (in particolare le giornaliste che hanno firmato le inchieste) ci hanno messo molto garbo parlando della vita sessuale con piglio serio e divulgativo. Preoccupanti alcune delle constatazioni ascoltate, ma ancor più i dati emersi. Innanzitutto che il sesso possa essere totalmente slegato dall'amore è ormai dato per scontato. Mentre grazie a cellulari e social non è mai stato così facile tradire. Ma in particolare c'è il fatto che quasi sempre la scoperta del sesso avviene attraverso la pornografia per la facilità di accesso e l'immensa mole di materiale a disposizione tramite internet. Il porno digitale rappresenta il più grande business della rete. Ci sono piattaforme che registrano 81 milioni di visite al giorno, quasi tutti giovanissimi con meno di 25 anni. Il primo accesso ai siti hard avviene infatti tra i 12 e i 18 anni. C'è davvero di che pensare. E ancora una volta grazie a Petrolio. Quindi un plauso virtuale al programma di Rai 1 con il suggerimento di contro di ridurre gli applausi materiali in studio, che a forza di essere fatti a comando rischiano di diventare stucchevoli e a volte persino fuori luogo.
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