Pescatori in sciopero contro le norme Ue
domenica 13 giugno 2021
Ieri i pescatori italiani si sono fermati. Niente uscite in mare, niente reti piene di buon pesce azzurro. Sciopero delle marinerie contro le nuove norme comunitarie e cioè contro regole che rischiano di portare al collasso, spiegano, un settore da 35.000 addetti più indotto. Per non parlare della possibilità di ritrovarsi sulle tavole italiane pesce straniero, senza alcun controllo di qualità e di sicurezza per i consumatori.
L'allarme è serio. Anche se – come spesso capita –, la questione viene sottovalutata. Il tema del contendere è semplice. Parla per tutti Paolo Tiozzo di Alleanza Cooperative Pesca che in una nota spiega: «Se la politica europea della pesca in Mediterraneo continuerà a ridurre l'attività dei nostri pescherecci, costringendo alla chiusura le imprese, ci accorgeremo di quanto ci mancherà il prodotto ittico dei nostri mari, e di quanto fosse importante per la ristorazione e per il turismo».
I pescatori non hanno difficoltà a parlare di una «politica dissennata che mira a chiudere la pesca a strascico, il comparto principale che rifornisce di pesce fresco le tavole degli italiani e dei turisti». È una questione anche, e soprattutto, economica e occupazionale oltre che alimentare. «Senza la pesca – viene ancora detto –, perderanno buona parte dell'attrattiva tante località turistiche che grazie ai profumi e sapori della nostra gastronomia di mare attirano importanti flussi turistici. Difficile pensare a una riconversione della nostra cucina di mare verso sogliole di Dover, merluzzo atlantico o pangasio del Mekong, ed ancora più difficile sperare che i turisti vengano nel bel Paese per mangiare lo stesso pesce che trovano a casa loro».
Tutti puntano così il dito su Bruxelles, raccontando di una prospettiva che gli operatori del settore respingono al mittente spiegando quanto quella della pesca non sia una battaglia «solo dei pescatori, ma di tutte le economie che con il nostro pesce vivono e prosperano. È una battaglia di tutti i cittadini».
Da qui, appunto, le manifestazioni che si sono tenute ieri un po' in tutti i porti principali dello Stivale: da Venezia-Fondamenta Le Zattere a Mazara del Vallo-Piazza della Repubblica. «Salviamo la pesca italiana», è stato il messaggio diffuso nelle piazze ma anche in rete insieme all'hastag della giornata #salviamolapesca, che ha coinvolto pressoché tutto il sistema della cooperazione del comparto. L'approdo per i pescherecci che ieri sono sfilati davanti a piazza san Marco a Venezia è molto chiaro: scongiurare la riduzione delle quote pesca che Bruxelles vorrebbe mettere in atto presto.
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