Paul McCreesh offre alla Vergine il fiore di cinque secoli di polifonia
domenica 19 aprile 2009
Nella sua lunga e fortunata carriera, il direttore inglese Paul McCreesh si è sempre distinto per l'assoluta eccellenza di progetti discografici dedicati ad alcune tra le pietre angolari della storia della musica sacra: a partire dalle Messe natalizie di Palestrina e Praetorius o dai Requiem di Morales e Victoria, passando per i Vespri monteverdiani o le stupefacenti opere policorali concepite dai maestri della seicentesca scuola veneziana, per arrivare alle Passioni di Bach, agli Oratori di Händel e alle Messe del sommo Mozart. Un'autentica vocazione, quasi una missione volta alla riscoperta, alla ricostruzione della prassi esecutiva e all'interpretazione di capolavori le cui radici affondano in epoche lontane, ma che continuano a mantenere intatto il proprio valore artistico e il loro messaggio spirituale.
Assecondando tale prospettiva, McCreesh ha recentemente apposto un ulteriore prezioso tassello al mosaico delle sue incisioni, attraverso un progetto che si allontana però dai suoi abituali sentieri musicali; realizzato alla testa della formazione corale dei Gabrieli Consort, il disco intitolato A Spotless Rose (pubblicato da Deutsche Grammophon e distribuito da Universal) rappresenta infatti un diadema di brani "a cappella" che ripercorrono la devozione verso la figura della Madonna nel corso dei secoli, dal Medioevo ai giorni nostri. I gioielli dell'antica polifonia (come l'Ave Maria, virgo serena di Josquin Desprez, il mottetto Nesciens Mater di Jean Mouton o lo Stabat Mater a due cori di Giovanni Pierluigi da Palestrina) risuonano così al fianco di pagine di ispirazione tardo-romantica (l'Ave Maris Stella1 di Edvard Grieg e il Mater ora filium di Arnold Bax), del Novecento storico (con l'Ave Maria di Igor Stravinskij) o delle istanze creative contemporanee (dal Totus tuus di Henryk Górecki all'Hymn to the Mother of God di John Tavener, dal Seinte Mari Moder Milde di James MacMillan al Magnificat di Giles Swayne). Interpretazioni di cui si apprezzano la purezza timbrica, la trasparenza della concertazione vocale e soprattutto l'intima cifra poetica che rappresenta le salde fondamenta di questo ponte musicale senza tempo, costruito per congiungere idealmente l'umanità in preghiera e la Vergine in ascolto.
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