Nuovi vescovi a Bologna e Palermo: la Rete e i riflettori ancora accesi
venerdì 30 ottobre 2015
Mentre il Sinodo trascolora verso il post-sinodo mantenendo con distacco il primato tra gli argomenti religiosi preferiti dall'informazione digitale, si ritagliano un bel 10% di spazio le notizie relative alla nomina dei nuovi arcivescovi di Bologna e di Palermo, rispettivamente monsignor Zuppi (che succede al cardinal Caffarra) e monsignor Lorefice (che succede al cardinal Romeo).I due avvicendamenti erano previsti, a motivo del fatto che i vescovi uscenti avevano varcato da tempo il traguardo della terza età e mezzo (75 anni), per il quale è prevista la rinuncia al governo pastorale. Inoltre, trattandosi di due diocesi cariche di storia e di gloria anche cardinalizia, il totovescovo era vivo da tempo tra gli osservatori, e se i due emeriti potessero lucrare una preghiera per tutte le volte che qualcuno, in questi due anni, ha dato per certo, sbagliandolo, il nome dei loro successori, potrebbero contare su una "pensione" ancor più serena di quella che già avranno.Ciò detto, devo segnalare che, quantitativamente, Bologna – nelle cronache episcopali – ha battuto Palermo 3 a 2. Questa è infatti, a dire dei miei robot, la proporzione tra gli articoli che la Rete ha dedicato all'una e all'altra successione, al netto ovviamente di quelli che parlavano di entrambe. Eppure le due diocesi si possono considerare di pari importanza, e le due nomine sono state lette, insieme, in discontinuità rispetto al cursus honorum che abitualmente conduceva un ecclesiastico a sedere su queste cattedre. Così, delle due avrebbe dovuto suscitare più clamore la nomina siciliana di quella bolognese: in termini di esperienza di governo, la distanza che separa un vicario episcopale di Noto dall'arcidiocesi di Palermo è un poco maggiore di quella che separa un vescovo ausiliare di Roma dall'arcidiocesi di Bologna (dove lo stesso cardinal Biffi giunse da ausiliare di Milano). A meno che anche stavolta non ci sia di mezzo il Sinodo: che ha tenuto accesi i riflettori, certo suo malgrado, sul cardinal Caffarra fino al giorno prima dell'annuncio della sua successione.
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