Nelle Teche della Rai la memoria dell'Italia
giovedì 18 agosto 2016
Ormai un po' tutti alla Rai stanno dando fondo alle Teche, a quel prezioso contenitore di tutta la tv pubblica del passato e del presente riunita in nastri, bobine, pellicole, videocassette e file. In questa estate ci hanno messo le mani anche quelli di Rai 2, finora un po' indietro nel ripescaggio rispetto ai colleghi di Rai 1 e Rai 3. Lo hanno fatto, prima di dedicarsi totalmente alle Olimpiadi, con un programma in seconda serata dal titolo Sketch-point, condotto da Nicola Savino e Federico Russo, che fingendosi tecnici digitalizzatori del materiale analogico della Rai mettono insieme spezzoni comici tratti dai vecchi varietà della seconda rete. Di fatto un racconto delle abitudini, delle ossessioni, dei modi di dire e di fare, dei vizi e delle virtù degli italiani, che sono stati rappresentati in una miriade di sketch, alcuni dei quali divenuti autentici tormentoni, mentre altri un po' persi nella memoria del grande pubblico. La differenza con Techetechetè di Rai 1 e Blob di Rai 3 sta quindi nello specifico della ricerca e nella conduzione. Per tutto il resto il principio è lo stesso così come il contributo dato allo sviluppo di uno degli sport che più appassiona i telespettatori, quello del «Com'è invecchiato! Com'è ingrassato! Ma quanti anni ha?». In questo senso il Techetechetèdi quest'anno (in onda tutte le sere alle 20.35) offre ancora più materiale essendo passato dalla mezz'ora ai quarantacinque minuti, coinvolgendo una decina di autori che impegnano ben due settimane di lavoro per ciascuna puntata. Ogni volta vengono proposti brani di quattro personaggi, due cantanti e due attori, due del passato remoto e due più moderni in un'alternanza di bianco e nero e colore. Come detto altre volte, Techetechetè si vede volentieri, ha un buon ritmo, ma quarantacinque minuti sono troppi. Eccezion fatta, lo diciamo con spirito di parte, per la puntata di martedì scorso dedicata a Ettore Bernabei e alla sua televisione pedagogica e popolare, a quella «tv di qualità che scaccia la tv spazzatura» e che finalmente sembrano un po' tutti rivalutare dopo gli sbeffeggiamenti e gli scetticismi di tanti, in tempi passati ma anche recenti. Soprattutto di quelli che con la tv, per dirla proprio con Bernabei, hanno proposto «modelli di vita facendo finta che Dio non esista, ma Dio esiste».
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