Marghe e Giulia in preda ai social
martedì 16 luglio 2019
Una ragazzina che piange di gioia per cinque minuti dopo avere avuto in regalo l'ultimo modello di iPhone. Il relativo video che in rete ottiene due milioni di visualizzazioni. Incredibile, ma vero. Provare per credere. Basta andare su youtube e digitare “Apertura regali di Natale: Marghe e Giulia”. È probabile che il contatore vi dica che siete il visitatore numero 2.181.205 o giù di lì. La visione integrale del video, che dura più di tredici minuti, è comunque sconsigliata alle persone che si indignano con facilità. Soprattutto quando si accorgono che dietro alla telecamera c'è il padre. In quanto a Marghe e Giulia si tratta di due sorelle di 12 e 9 anni, di Giugliano in provincia di Napoli: due baby youtuber, che sui social sono seguite da 300 mila follower. Nei loro video (girati quasi sempre dal rammentato genitore) aprono giocattoli, organizzano sfide, inventano scherzi. A questi contributi aggiungono live e vlog (si chiamano così i video blog) dove si raccontano in diretta. In poco più di due anni hanno caricato oltre 700 contenuti, risposto a decine di migliaia di messaggi. Hanno orari precisi: alle 17,00 si carica la storia su youtube, alle 19,30 si posta la foto su instagram.... Quando camminano per strada vengono riconosciute dalle loro coetanee e fermate per un selfie o un autografo. A raccontare la loro vita tra il reale e il virtuale è il docufilm di Alberto Gottardo e Francesca Sironi Marghe e Giulia, crescere in diretta, andato in onda domenica alle 21,15 su Sky Atlantic e su SkyTg24 per la serie Il racconto del reale che propone, come sappiamo, inchieste senza commento giornalistico, dove la narrazione è affidata alle telecamere e alle parole dei protagonisti, che devono comportarsi come se nulla fosse. È un format che funziona, anche in questo caso, per raccontare un fenomeno nuovo e in rapida diffusione con sempre più bambini e ragazzi che attraverso youtube si rivolgono ai propri coetanei. Il merito di Sky è di avere acceso i riflettori su un modello di successo fittizio (sia pure remunerativo) in cui appaiono evidenti la potenza e i limiti dei social network. Un fenomeno di cui soprattutto gli adulti sembrano non essere in grado di capirne le conseguenze.
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