“Legion”, un folle viaggio nel tempo
venerdì 5 luglio 2019
La produzione ci avverte che la trama della terza stagione di Legion è assolutamente intricata e piena di misteri. Menomale. Nel vedere il primo episodio della terza serie (mercoledì alle 21,00 su Fox, canale 112 di Sky) avevamo avuto l'impressione di non avere aperto a sufficienza la mente come ci veniva ulteriormente suggerito. A dire il vero, la serie targata Marvel scritta e prodotta da Noah Hawley, è così: un po' folle e allucinata. Il protagonista è David Haller (Dan Stevens), un trentenne a cui era stato diagnosticato un disturbo schizofrenico e per questo rinchiuso in un istituto psichiatrico. Invece David è un potentissimo comunicatore con la mente, un telepate (figlio di un importante X-Men), dotato di personalità multiple, ognuna con enormi poteri di alterazione della realtà, sulle quali non ha nessun controllo. Capace di creare spazi mentali leggendo nella testa degli altri («Tu l'hai immaginata, io l'ho resa realtà»). Il primo episodio di questa terza e ultima stagione si concentra molto, però, su una giovane viaggiatrice nel tempo che prima di arrivare a incontrare David, incontra altri personaggi tra cui una vergine incinta per un improprio e inopportuno riferimento reso ancora più esplicito da un'immagine stilizzata. Quando poi compare è una sorta di ragazza hippie figlia dei fiori, un punto di passaggio, come altri, per arrivare a David, che cerca appunto un “viaggiatore” per tornare indietro nel tempo. Ma «il tempo è una giungla popolata di mostri». E qualche mostro compare davvero. Anche un demone con un paio di migliaia di anni a fronte dei quali rivendica pure una certa sapienza (indiscutibile vista l'età). Tempo e spazio, a suo giudizio, collidono. Al di là di tutto resta il fatto che Legion ha rivoluzionato il genere dei supereroi con uno stile visionario che scambia i piani temporali e distorce la realtà. La serie offre anche un esercizio di stile, mettendo insieme più generi, persino il musical, oltre ovviamente la fantascienza con tanto di creazione di un «computer quantistico bipede» che assomiglia tanto all'essere umano. Anche i titoli di testa giustamente sono alla fine. Se si tratta di viaggio nel tempo, che almeno lo sia sino in fondo e si ribalti tutto.
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