Le serie tv di Israele, spy story da maestro
giovedì 9 novembre 2017
Se le serie sono il presente della tv, e con molta probabilità saranno anche il futuro prossimo, diventa indispensabile aumentare la produzione aprendosi a Paesi che non hanno una grande tradizione in questo senso, ma che si affacciano ora sul mercato internazionale con prodotti di qualità. È il caso di Israele, che si sta specializzando nello spionaggio da piccolo schermo. L'ultimo prodotto è anche il primo realmente da esportazione. Si tratta di False flag (in italiano “operatività sotto falsa bandiera”), che martedì ha debuttato su Fox (canale 112 di Sky) con i primi due episodi e che in precedenza era stato presentato in anteprima al Festival di Berlino secondo la nuova consuetudine di portare le serie tv alle principali rassegne di cinema per ribadire che (a detta di molti, ma non di tutti) non esistono più confini né gradi di separazione tra film destinati al grande schermo e serie televisive, ma anche per avere una vetrina internazionale. La storia narrata da False flag è quella di cinque cittadini israeliani, tutti con doppia nazionalità, che guardando il telegiornale scoprono di essere sospettati di aver progettato e orchestrato un rapimento, ovvero il sequestro del Ministro iraniano della difesa avvenuto a Mosca. La divulgazione di nomi e foto stravolge la vita dei protagonisti, che fanno di tutto per dimostrare la loro estraneità ai fatti, ma senza essere creduti dalle autorità e nemmeno dalle persone a loro più care. Tutto porta a pensare che siano vittime di un equivoco (c'è persino una sposa che viene arrestata il giorno del matrimonio), ma potremmo anche scoprire che non sono del tutto innocenti. Qualcuno lo dà a pensare da subito, aggiungendo interesse per una spy story narrata con i ritmi giusti, i misteri e i colpi di scena necessari a una serie tv che almeno in partenza ha le caratteristiche per appassionare il telespettatore. Da sottolineare anche una curiosità che riguarda gli smartphone, entrati di prepotenza non solo nella realtà, ma anche nel racconto cinematografico e televisivo. Nel caso di False flag bisogna pertanto abituarsi alle scritte in ebraico che compaiono sui display e alla lettura da destra a sinistra che si porta dietro anche il movimento della macchina da presa in direzione opposta a quella a cui siamo abituati.
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