Le pensioni del Fondo come sono nel 2024
martedì 2 gennaio 2024
Dopo i ritocchi sulle pensioni pagati a dicembre per recuperare il peso effettivo dell’inflazione del 2022, l’Inps ha aggiornato gli stessi trattamenti in pagamento nel 2024, con la periodica operazione di adeguamento al costo della vita. L’aumento è stato stabilito in via provvisoria nel 5,4%, portando la pensione minima 2024 a 598,60 euro (era di 567,94). Questo dunque è il nuovo trattamento minimo delle pensioni di vecchiaia del Fondo Clero, raggiungibili con i consueti requisiti di età e contributi (66 più 40 oppure 69 più 20). Al minimo si aggiunge poi la modesta maggiorazione, per ogni anno di anzianità nel ministero con i relativi versamenti, di 6,93 euro (era di 6,57). I nuovi importi valgono anche per le pensioni di invalidità, settore poco frequentato malgrado l’invecchiamento del clero, anche a causa della diffusione di errate informazioni fra i potenziali interessati e che induce a rinunciare al diritto e al relativo sostegno economico. La dinamica della previdenza ha aperto il varco anche ad altri canali di pensionamento nel Fondo Clero pur con l’opposizione dell’Inps. Dopo le contrastate esperienze di alcuni sacerdoti con Quota 100 e Quota 102, permane il diritto nel Fondo anche con Quota 103, ma di fatto non utilizzabile stando ai requisiti richiesti: 62 anni di età e 41 anni di versamenti. Infatti la scaletta dei tempi richiede che il sacerdote sia nato entro il 1958, che sia stato ordinato entro il 1983 (nella media dei 25 anni) e abbia così 41 anni di contributi ininterrotti fino al 2024. Ma nello stesso 2024 il “don” raggiunge anche, e senza problemi, i requisiti di 66 anni di età e 40 di versamenti come richiesti per la pensione clero di vecchiaia anticipata. Quota 103 è invece accessibile per i cappellani di ruolo (e degli altri pubblici dipendenti), tutta con il calcolo contributivo e un importo non oltre 2.394,40 euro lordi. I sacerdoti titolari di due pensioni scontano poi la riduzione di un terzo della pensione sacerdotale, per l’unico motivo di riscuotere due vitalizi, pur spettanti per legge e regolarmente maturati con i dovuti versamenti. Questa riduzione – che ora sale a 199,53 euro - è unica nel panorama previdenziale, ha una radice ideologica, non tiene conto delle condizioni personali e neppure di una fascia di reddito di garanzia, come indicato dalla Corte costituzionale (sent. 566/1989). © riproduzione riservata
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