Le parole fanno più male al calcio delle “entrate assassine”
sabato 14 ottobre 2023
«Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!», ammoniva Nanni Moretti in Palombella Rossa. Le parole possono fare molto male e rovinare la vita delle persone. Questo, Fabrizio Corona, che ormai possiamo considerare il più grande bracconiere di scoop nazionali (il tornante in Rai Massimo Giletti lo aveva lanciato come inviato nel famelico boschetto di Rogoredo) lo sa bene e continua a dispensare su tutti gli argomenti il suo prezioso parere, comprese le presunte scommesse on line dei calciatori azzurri Tonali, Zaniolo, Fagioli (che si è autodenunciato) e il polacco della Roma Zalewski. Ma se non ci fosse Corona, che è sempre informato sui fatti, dalle paparazzate con richieste di estorsioni di denaro per non pubblicare le foto, fino a questo nuovo fronte di scommessopoli, come farebbe la magistratura ad aprire continuamente inchieste sul meraviglioso mondo dei calciatori italiani, giovani, carini e milionari, ma fortemente dissociati? Ci siamo già espressi da queste colonne il fenomeno in corso si chiama ludopatia, disagio giovanile, prima che scommessa del calciatore ricco e famoso. E questa società, a partire da quella di calcio, continua a scommettere su tutto, tranne che sul futuro sano e sereno dei nostri giovani. Ma tornando all’importanza delle parole. Il presidente del Genoa, il prof. Alberto Zangrillo in maniera chirurgica ha refertato l’intervento del portiere del Milan Maignan sul genonao Ekuban: «L'entrata di Maignan , da medico la definisco assassina. Va bene così. Vediamo quante giornate danno a Maignan. Quando c'è Davide contro Golia, in questo mondo vince sempre Golia...». E “Golia” Maignan ha subito risposto per le rime al “Dottor Grifone” sottolineando, via social ovviamente, il valore delle parole: «Zangrillo! Le parole hanno un significato. Quello che è successo ieri è stato un atto d’azzardo, forse un atto d’azzardo deplorevole, ma in nessun caso un “assassinio”.
Ti auguro il meglio per il futuro e spero che tu non debba mai sperimentare ciò di cui mi hai accusato». Maignan, da regolamento, ha preso una giornata di squalificam ma dispiace che abbia replicato con un’altra uscita pericolosa, augurando al presidente del Genoa di non dover mai sperimentare un “assassinio”. Le parole sono importanti Maignan e «l’entrata assassina», espressione lessicalmente forte del prof. Zangrillo, fa comunque parte di un gergo calcistico che da noi affonda nella tradizione breriana, da Gianni Brera. Lo scriba massimo del calcio che forse in Francia, come la maggioranza dei calciatori italiani di ultima generazione non conoscono, il 4 febbraio 1979 durante un Perugia-Inter per un’entrata assassina dell’interista Fedele sul perugino Vannini (ginocchio in mille pezzi e carriera finita) scrisse: «Se è vero che il cane è un animale fedele, allora Fedele è un cane». © riproduzione riservata
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