Lavori di pubblica utilità, garanzie Inail per i "messi alla prova"
giovedì 16 marzo 2017
Consolidato e costante l'impegno delle parrocchie e delle strutture del volontariato per il recupero ed il reinserimento sociale degli ex detenuti. Ne tratta anche la legge di bilancio 2017 con riguardo alla «messa alla prova», il provvedimento previsto dalla legge 67/2014 come misura alternativa al processo. La messa alla prova può essere accordata dal giudice, in sostituzione della pena, per i colpevoli di reati di minore allarme sociale e punibili con una pena non superiore a quattro anni. Gli imputati possono essere adibiti a lavori di pubblica utilità non retribuiti nel campo della assistenza sociale, della protezione civile, della tutela dell'ambiente. Interessa anche i condannati per guida in stato di ebbrezza oppure sotto l'effetto di stupefacenti, i tossicodipendenti condannati per reato di lieve entità, e gli imputati che vengono ammessi alla sospensione del processo penale.
Le persone messe alla prova devono ora essere obbligatoriamente assicurate all'Inail. Questa novità coinvolge tutti i soggetti che gestiscono progetti di pubblica utilità, come lo Stato, le Regioni, le Aziende sanitarie e gli enti no profit. Per la copertura assicurativa gli enti devono pagare all'Inail un contributo annuale di 258 euro per soggetto e di 0,86 euro per ogni giornata lavorativa prestata. Pur con il peso della burocrazia, si completa l'assicurazione infortuni, già estesa ai volontari ex detenuti o che beneficiano di ammortizzatori sociali, ed ai richiedenti asilo con permesso di soggiorno.
Esenzioni. Gli enti del volontariato sono tuttavia esonerati dalla spesa per l'assicurazione Inail grazie all'intervento di un apposito Fondo del Ministero del lavoro, sebbene istituito per altre finalità sociali (sostegno ai bisognosi, agli internati, ai migranti). In ogni caso l'attivazione della nuova copertura assicurativa deve essere inoltrata all'Inail esclusivamente per via telematica almeno 10 giorni prima dell'inizio delle attività. Le associazioni interessate avevano finora provveduto alla tutela infortuni attraverso contratti stipulati con agenzie assicurative private.
Per effetto della nuova assicurazione obbligatoria, incombe però sul soggetto promotore e sui beneficiari del progetto di pubblica utilità l'obbligo di osservare anche le norme in materia di salute e di sicurezza sul lavoro. Un obbligo che sta mettendo in difficoltà le piccole associazioni di volontariato, che in genere possono operare solo grazie all'impegno di lavoratori e di volontari e che non dispongono di un adeguato apparato amministrativo in grado di seguire le complesse disposizioni sulla sicurezza del lavoro.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI