La tregua sui dazi fa respirare l'alimentare
domenica 20 giugno 2021
Pace fatta tra Usa e Ue. Per i prossimi cinque anni, le esportazioni europee negli States non dovrebbero soffrire di dazi. Che sia l'effetto del nuovo corso di Joe Biden alla Casa Bianca, oppure della necessità - comune alle due sponde dell'Atlantico -, di far ripartire l'economia, l'intesa che ha messo da parte il colossale bisticcio sugli aiuti Airbus-Boeing è certamente importante. E, soprattutto, apre davvero prospettive nuove. Uno scenario nel quale l'agroalimentare può ritrovarsi meglio di prima. E uno scenario che per l'economia italiana, solo per la parte alimentare, può valere almeno mezzo miliardo di euro all'anno. Colpiti dai dazi oltreoceano erano, infatti, i migliori nomi dell'agroalimentare nazionale come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi, cordiali e liquori come amari e limoncello. Una vicenda, quella della guerra dei dazi Usa-Ue, che ha avuto i connotati classici delle storie di questo genere. La tariffa aggiuntiva del 25% era scattata il 18 ottobre 2019 per iniziativa di Donald Trump; successivamente, il 10 novembre dello stesso anno, l'Europa aveva imposto tariffe aggiuntive su prodotti Usa che arrivavano al 25% per alcuni di essi. Gli Stati Uniti avevano quindi replicato colpendo l'importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi. Un'evoluzione delle ritorsioni che poteva durare ancora a lungo. Ecco perché praticamente tutto lo schieramento dei rappresentanti del comparto si è detto «sollevato» dalla notizia dell'accordo. Anche se i distinguo non sono mancati. Di «avvio di un dialogo costruttivo», ha così parlato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Mentre il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha spiegato come sia possibile «puntare sul rilancio del sistema multilaterale di gestione degli scambi commerciali a livello globale». Dino Scanavino - a capo di Cia-Agricoltori Italiani -, spera invece che tutto questo possa «trasformare il valore riconosciuto dal consumatore finale in valore economico per le imprese agricole». Di "tregua" parla invece Luigi Scordamaglia consigliere delegato di Filiera Italia, che aggiunge: «Ci auguriamo che lo stop ai balzelli daziari sia il primo anticorpo al fenomeno dell'Italian sounding che ancora oggi vale solo in Usa più di 20 miliardi». Il Coordinatore del settore lattiero-caseario di Alleanza Cooperative, Giovanni Guarneri, punta infine il dito sul fatto che l'intesa potrebbe cambiare segno all'export che «nel 2020 si era chiuso con una perdita di 70 milioni di euro di fatturato per le nostre aziende che esportano oltreoceano». Insomma, l'accordo va benissimo, gli effetti occorre ancora verificarli.
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