La Rai tiene accesa la luce nella masseria
martedì 9 gennaio 2024
Il 3 gennaio 1954 la Rai iniziava il regolare servizio di trasmissione su tutto il territorio nazionale. Da allora la televisione è molto cambiata, in modo particolare nell’ultimo quarto di secolo, restando comunque il principale mezzo di comunicazione di massa. Il recente rapporto Censis-Auditel conferma che la televisione, nonostante l’età, gode di ottima salute. Chi accenna a qualche acciacco è il televisore tradizionale, che con i suoi 20 milioni e mezzo di apparecchi è stato per la prima volta superato dai 21 milioni di smart tv, che tramite internet permettono di integrare i contenuti della tv lineare con l’offerta in streaming. Ma non solo: se prendiamo in considerazione pc, iPad e smartphone, scopriamo che nelle nostre case ci sono almeno due schermi a testa (cinque per famiglia) con i quali accedere a contenuti televisivi. In crisi può essere dunque il televisore, non certo la televisione. Adesso i telespettatori, soprattutto i più giovani, si creano addirittura palinsesti personali ad hoc e vedono la tv spesso da soli, in privato, sui propri dispostivi, privilegiando le piattaforme on-line. Cambiano dunque i contenuti e il modo di fruirli, restando sottinteso che il televisore non è più in grado di ricomporre le famiglie come, con una certa enfasi, succede nel film La luce nella masseria andato in onda domenica sera su Rai 1. In quel caso, nella Basilicata dei primi anni Sessanta, l’apparecchio televisivo prende in qualche modo il posto del vecchio patriarca rimettendo insieme, con la scusa di Canzonissima, i quattro figli e le loro rispettive famiglie dopo che alla morte del padre si erano divisi in contrasto sulla masseria lasciata in eredità. Oggi, come accennato, raccogliersi intorno al televisore non è più un’esperienza collettiva e sociale. Del resto, nemmeno i programmi hanno più la forza aggregatrice dell’epoca. © riproduzione riservata
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