La fede illuminata di Palestrina nei Mottetti per la Beata Vergine
domenica 6 maggio 2007
I brani devozionali dedicati al culto della Vergine corrono lungo tutto l'arco della traiettoria creativa di Giovanni Pierluigi da Palestrina (ca. 1525-1594) e ne riflettono le diverse fasi di ricerca musicale; rappresentano una sorta di "palestra" per l'arte e per lo spirito, all'interno della quale il compositore prenestino ha via via plasmato gli esiti più compiuti ed elevati del suo magistero polifonico. Figura di primissimo piano nella vita musicale romana cinquecentesca, Palestrina ricoprì la carica di maestro di cappella in San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e poi presso la Cappella Giulia, che accompagnava i riti celebrati nella Basilica di San Pietro e in altre chiese della città che cadevano sotto la giurisdizione del Vaticano. In totale sintonia con i propositi di "decontaminazione" dello stile e semplificazione del linguaggio formulati durante il Concilio di Trento, il "princeps musicae" è riuscito a piegare al servizio di un'esemplare sobrietà espressiva la più complessa delle scritture contrappuntistiche, adeguandosi perfettamente alle direttive e ai desiderata conciliari che auspicavano come "l'intera struttura del canto nei modi musicali debba essere costruita non per offrire all'orecchio un vano piacere, bensì in modo che le parole possano essere chiaramente comprese da tutti, così che i cuori degli ascoltatori siano attratti dal desiderio di armonie celesti'". Il "miracolo palestriniano" consiste dunque nel rinvenimento della formula alchemica in grado di restituire la piena intelligibilità del testo liturgico e di innalzare nel contempo la pratica musicale a dignità di arte assoluta, così come ci viene idealmente testimoniato dal disco che Luigi Taglioni e l'ensemble vocale Camerata Nova hanno dedicato a una selezione di Mottetti per la Vergine Maria (cd pubblicato da Stradivarius e distribuito da Milano Dischi). Nel clima di raccoglimento e di preghiera a cui ci introduce da subito la folgorante sequela di brani che apre la raccolta - Ave Maria, Surge propera e Quae est ista - o nella grandiosa mise en scène dei due Magnificat si possono individuare quei principî a cui si ispirava nel profondo il loro illustre autore: «dare spirito vivo alle parole» e avvicinare la musica al Mistero.
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