La domenica di Francesco: Parigi, Roma e di nuovo Parigi
mercoledì 18 novembre 2015
Con la percentuale del 60%, che sale a quasi il 70% se si conteggiano anche le parole pronunciate da papa Francesco sabato e domenica, i commenti agli attentati di Parigi hanno monopolizzato negli ultimi giorni l'attenzione della Rete dell'informazione ecclesiale, piccolo cosmo simile, in questo, ai maggiori di cui è parte: la Rete dell'informazione e in genere il sistema dei media. Di più, va sottolineato che la tecnologia digitale ha avuto la sua parte nel raccontare questa tragica storia e forse persino nell'influenzarne qualche breve capitolo, oltre che nel commentarla.Tuttavia, non è sfuggita agli sguardi più attenti un'altra parola, che papa Francesco ha rivolto domenica ai fedeli luterani incontrati a Roma nella chiesa evangelica luterana di via Sicilia. Tanto che con il suo piccolo ma significativo 6% si è guadagnata il terzo gradino sul podio dell'interesse ecclesiale, e un discreto movimento “social”. Per la verità le parole papali che hanno intrigato gli osservatori digitali sono state più d'una, così come sono stati assai diversi i sentimenti che esse hanno suscitato: anche perché alcune si riallacciavano, con un nodo addirittura doppio, alle recenti discussioni sinodali sulla Comunione eucaristica.A me, che ho trascorso una fetta considerevole degli ultimi trent'anni intorno ai piccoli passi del dialogo teologico interconfessionale, ha toccato più di tutte la domanda che Francesco ha posto a conclusione dell'omelia, a dire che la divisione che deve più inquietarci è quella tra chi di noi avrà fatto «la scelta del servizio» e chi non l'avrà fatta: «Ma noi, luterani e cattolici, da che parte saremo», nel giorno del Giudizio, «a destra o a sinistra?». E poi ha aggiunto: «Ci sono stati tempi brutti fra noi… Pensate alle persecuzioni… fra noi! con lo stesso Battesimo! Pensate a tanti bruciati vivi». Qualcosa che non era così estraneo alla Parigi di oggi, anche se alludeva alla Parigi di ieri.
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