La cronaca, una Via Crucis di cui non essere complici
domenica 18 febbraio 2018
Per quanto giovane, anche la porzione di Rete che scambia e commenta informazioni ecclesiali comincia ad avere le sue tradizioni. Una è quella inaugurata qualche anno fa dai blogger di "Vino Nuovo", consistente nel compilare ogni venerdì, per tutto il tempo liturgico della Quaresima, una breve Via Crucis in dialogo «con le storie che la cronaca ci ha posto davanti agli occhi» durante la settimana. Ecco allora il primo cammino per la Quaresima del 2018, firmato da Giorgio Bernardelli (tinyurl.com/y7447tco). Tra i sette quadri che egli ha postato figurano anche la folla, che ieri urlava davanti a Pilato e oggi, in vista delle elezioni, viene arringata nelle piazze virtuali, e Maria, la cui presenza sui nostri Calvari si fa intercessione forte fino al miracolo, come avvenuto a Lourdes. Ma per la maggior parte di essi il protagonista è Gesù: lo si riconosce tradito nello scandalo in cui è coinvolta Oxfam, percosso negli insegnanti di Foggia e di Piacenza, schiacciato da una fatica non umana nei braccianti di Montegiordano (Cosenza), morto in croce come le vittime della scuola di Parkland, deposto nel sepolcro come dovrebbero esserlo, per la loro pace, le giovani Pamela e Jessica. Ogni quadro, come vuole lo schema della Via Crucis, si conclude con una preghiera, che qui è fortemente ispirata dalla notizia che vi è dipinta. È un esercizio utile, credo, a ogni cristiano imparare a portare il tempo, per definizione fuggitivo, del racconto giornalistico nel tempo ciclico della liturgia. La cronaca è costellata di croci, e per individuarle basta non lasciarsi distrarre da altre, effimere "passioni". Allorché le si assimila, nella preghiera, alla croce del Signore Gesù non ci si limita ad affidare alla sua misericordia le vittime (e sarebbe già tanto), ma si dice di non voler essere complici, neppure con l'indifferenza, di chi ha causato i loro patimenti.
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