L'oro di Napoli Sarrismo capitale e la birra di Cattelan
martedì 28 settembre 2021
Siamo alla sesta giornata ed è presto per proclamare vincitori e vinti. Però i numeri spesso dicono più delle parole, e le cifre in questo momento segnalano un Napoli capolista in solitaria a 18 punti: 6 vittorie su sei. Mister “eterno secondo”, Luciano Spalletti, sta guidando un macchina sportiva e veloce che potrebbe ripagarlo di quei mezzi musi indietro patiti alla Roma e all'Inter. Luciano da Certaldo, peraltro, non so se avete fatto caso, ma appena è sbarcato a Napoli si è “sarrizzato”: via giacca e cravatta, va in panchina solo con tuta d'ordinanza, da operaio specializzato della fabbrica cinepallonara di Aurelio De Laurentiis. Da quando il Presidentissimo ha smesso di sbertucciare la memoria carismatica del “Comandante” Achille Lauro, il Napoli è diventato un paradiso. Il nuovo profeta Osimhen viaggia a un gol a partita e Lorenzo il “Magnifico” Insigne, gara dopo gara, sta tornando in modalità Euro 2020. Diamo dunque a De Laurentiis quel che è di De Laurentiis, e diciamo pure che tutto l'oro di Napoli brilla anche lontano dal Vesuvio. Sir Jorginho, mister Euro 2020 alla regia della Nazionale di Roberto Mancini domani sera torna in Italia con il suo Chelsea campione d'Europa per sfidare la Juventus. L'oriundo brasilero deve tutto al Napoli e se dovesse vincere il Pallone d'Oro 2021 un pezzo spetterebbe al suo maestro di campo, il “Subcomandante” Maurizio Sarri. Il sarrismo napoletano, poi londinese (ha vinto una Europa League con il Chelsea) e juventino (il 9° e ultimo scudetto bianconero è suo), comincia a dare segnali importanti anche nel laboratorio laziale di Formello. L'aquila Olimpia ha volato altissimo dopo il derby, il primo per Sarri, vinto contro la Roma di Mourinho – anche lui al debutto nella stracittadina della capitale – che al termine del pirotecnico match si è lasciato andare al suo classico colpo di fado. «Arbitro non all'altezza». Lo “Specialone” come da copione, perdonate la rima, calamita l'attenzione sul suo pensiero da Pessoa in Vacanze romane per mascherare le lacune difensive dei giallorossi puniti dal sarrismo. Ovvero un calcio fatto di schemi cristologici, come i celeberrimi «33 modi diversi di battere una punizione o un corner». Una fenomenologia che, ironia della sorte, salì alla ribalta il 20 settembre di sei anni fa al San Paolo quando proprio alla Lazio il Napoli di Sarri rifilò un umiliante 5-0. Lotito se la ricorda bene quella Caporetto, e ora che Sarri è un suo uomo gongola e svolazza felice come l'aquila Olimpia che, a Formello, «dorme proprio dietro il mio ufficio», informa il “Subcomandante”. Brindano felici al Napoli e alla Lazio, così come brinda, ad acqua, Mattia Destro, che verrà ricordato come il primo bomber in gol (per il Genoa) con la bottiglietta in mano. Brinda amaro, invece, con un boccale di birra colmo di incomprensioni e invidiucce da showbiz, Alessandro Cattelan: classe 1980, interista sfegatato, fantasista televisivo, che per noi Da grande (solo due puntate su Rai 1) può fare l'uomo della prima serata, assai meglio di tanti ex conduttori ancora misteriosamente in campo. Pardon, in video.
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