“L'Italia del treno”, la storia protagonista
martedì 23 ottobre 2018
La tv sta riscoprendo nella narrazione storica un proprio ruolo fondamentale. Gli esempi non mancano: Alberto Angela che porta la Shoah nella prima serata del sabato di Rai 1, un canale tematico come Rai Storia che con suoi prodotti sconfina spesso su Rai Tre, ma anche History sulla piattaforma Sky. A volte si ha l'impressione che basti poco per farsi venire l'idea giusta (anche se lo sviluppo è poi un'altra cosa). Ecco allora che la storia del nostro Paese la si può rileggere attraverso i treni. È quello che per l'appunto fa History con L'Italia del treno, cinque episodi da ieri sera in onda il lunedì alle 21.50, realizzati da Stand By Me per A+E Networks Italia, con la regia di Paolo Malizia, che ne è anche autore insieme a Tommaso Vecchio, mentre Simona Ercolani è produttore creativo e Fabrizio Forner esecutivo. A raccontare che la storia d'Italia corre sui binari sono Beppe Severgnini, scrittore e giornalista con all'attivo vari incursioni in video, e Raffaele Di Placido, divulgatore storico-scientifico, affiancati dal direttore generale della Fondazione Ferrovie dello Stato italiane, Luigi Cantamessa. Fu il Golfo di Napoli nel 1839 ad accogliere il primo tratto di strada ferrata e i Borbone a intuirne la portata rivoluzionaria tanto da fare arrivare la ferrovia davanti al simbolo più imponente della loro dinastia: la Reggia di Caserta (molto belle in proposito le immagini del palazzo e del parco proposte nel primo episodio). Mentre spetta a un Papa il primo viaggio in partenza da Roma: Pio IX diretto a Frascati nel 1856. Da lì in poi le ferrovie saranno al centro di eventi cruciali come L'Unità d'Italia, la prima e la seconda Guerra mondiale, il fascismo, ma anche la ripresa, lo sviluppo economico e gli spostamenti degli italiani sempre più veloci. Tra le tante curiosità, la Littorina, l'autobus che diventa treno e che per la prima volta non ha bisogno di essere girato per ripartire nel senso opposto a quello di arrivo. L'Italia del treno è un programma essenzialmente istruttivo, ma anche piacevole. Le capacità di narrazione di Severgnini sono note. Convincente anche Di Placido. Il più debole dal punto di vista televisivo è l'ingegner Cantamessa, ma il suo lavoro è un altro e la sua Fondazione ha il merito di aver messo a disposizione un archivio imponente.
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