L'approfondimento in un “hashtag”
venerdì 6 aprile 2018
Si prova un certo imbarazzo nello scrivere di un programma di Riccardo Bocca, ovvero di colui che, insieme a pochi altri, ha fatto della critica televisiva un'arte. Leggerlo su L'Espresso era un piacere. Ascoltarlo a Tv talk altrettanto. Pur senza condividere il più delle volte quello scriveva o diceva, non si poteva fare a meno di apprezzarlo per come lo scriveva o lo diceva. Poi ha pensato bene di abbandonare “Gli Antennati” per saltare dall'altra parte della barricata, attratto dalla sirena della vicedirezione di SkyTg24. Nel nuovo ruolo era inevitabile affrontasse prima o poi quelle telecamere con cui aveva già una notevole confidenza, ma soprattutto come critico e non come autore o conduttore. Che non è la stessa cosa. E Bocca lo sa bene. Ma forse, da mercoledì sera, lo sa ancora meglio. Al debutto, infatti, con Hashtag24 - L'attualità condivisa, il nuovo spazio di approfondimento giornalistico di SkyTg24, Bocca è apparso più rigido del solito, nonostante che la rigidità faccia parte del suo stile. Bravo, però, nel gestire gli ospiti in studio costringendoli a non andare fuori tema, ovvero a rispondere alle domande e non a quello che più gli aggrada come spesso succede. A essere domati, nella prima puntata, seduti a un tavolo a forma (manco a dirlo) di hashtag, è toccato al direttore di “Libero” Pietro Senaldi e al dem Giovanni Lattanzi, coordinatore nazionale Gus (Gruppo umana solidarietà), chiamati a confrontarsi sul tema caldo dell'immigrazione. Con loro, in collegamento video, anche Antonio Albanese, regista e interprete di Contromano, film in tiro con la serata, che nel complesso è apparsa, però, troppo compressa nei tempi (meno di mezz'ora, dalle 21 alle 21,25) e di conseguenza nel ritmo. Ma non tutti gli argomenti si prestano al sincopato e alle sintesi estreme. L'immigrazione è uno di questi. Buona, comunque, la video-lettera finale indirizzata a un personaggio legato all'argomento in discussione. Nel caso specifico è stata inviata all'italo-nigeriano neosenatore leghista Toni Iwobi. Da rivedere, invece, la declamata interazione con il pubblico attraverso i social network, gestita in studio da Francesca Baraghini. La vox populi non sempre funziona, c'è il rischio latente dello sfogatoio o quantomeno dei luoghi comuni. Ma il programma non potrà farne a meno. Il format lo impone. Andrà, pertanto, migliorata.
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