L'amore che sa andare oltre ogni disabilità
martedì 25 luglio 2017
Già il titolo con una “E” rovesciata dà il senso al programma. L'amore di cui si parla è un Diversamente amore, raccontato attraverso cinque storie (giovedì scorso in prima serata su Rai 2). La prima è quella di Luca e Sarah: lui alpino in missione in Afghanistan, lei studentessa americana. Si sono appena conosciuti in internet quando lui in un attentato perde l'uso delle gambe e parzialmente delle mani. Ma lei lo raggiunge in Italia, si sposano e mettono al mondo una bella bambina. Ci sono poi Emiliano e Chiara, condividono la passione per le moto, ma lui ha subito l'amputazione di una gamba. Lorenzo e Martina sono fidanzati. Lui è totalmente sordo, anche se riesce in qualche modo a parlare. Nel caso di Marco e Lorenza è lei che è in carrozzina. È caduta dalla moto e mentre stava per rialzarsi è stata investita da un auto che le è passata sopra la colonna vertebrale. Caterina, infine, fidanzata con Domenico, è una ragazza di nemmeno ventotto anni a cui, a causa di una serie di malattie rare, è stato preventivato un solo anno e mezzo di vita. Dunque cinque vicende difficili per altrettante storie d'amore in un bel programma (che avrebbe meritato di più in termini di ascolti) ideato da Silvia Bencivelli, scritto da Elena Comoglio e Glenda Manzi, con la regia di Stefano Vialetto, presentato dalla ragazza simbolo del riscatto dalla disabilità: la campionessa paralimpica Bebe Vio. Uno spaccato senza ipocrisia, pietismi e autocommiserazioni su una realtà che riguarda tante coppie “miste” normodotato/disabile. «L'importante è che Sarah – dice Luca – rimanga mia moglie e non diventi mai la mia infermiera». «Volevo morire – racconta Lorenza –: ci ho provato, ma non ho avuto il coraggio. Volevo che gli altri mi ricordassero com'ero e non come sono. Poi qualcosa dentro di me è cambiato». «Adesso Lorenza – commenta il marito Marco – è una forza della natura, anzi: qualcosa di più, perché ha superato anche quella natura che le ha tolto tutto». Domenico ha dovuto imparare a cambiare la flebo e non solo. La giornata di Caterina è ritmata dalle terapie. Eppure, per lei, ha lasciato Torino per trasferirsi a Padova. Niente è stato ed è facile, ma adesso l'amore per Caterina durerà finché durerà la vita della ragazza: «E non vedo il motivo per cui non dovrebbe essere per sempre».
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